I pazienti diventano atleti: a Scampia succede davvero
mercoledì 24 novembre 2021
Le buone pratiche hanno nella loro ragione di esistere, oltre all'efficacia di quanto propongono, l'orgoglio del poter essere copiate ed esportate. È una buonissima pratica quella messa in atto fra l'Asl Napoli 1 e Athena Volley, società di pallavolo che opera da anni nel territorio di Scampia. Le buone pratiche rispondono a un bisogno che, in questo caso, è quello di garantire la pratica sportiva a cittadini con affezioni di tipo mentale, ritrovatisi ancor più isolati dal prolungato stato d'emergenza dovuto al Covid. Un progetto nato in maniera spontanea ha trasformato pazienti in atleti, non in virtù di un qualche miracolo, ma grazie al lavoro di professionisti (tanto nel mondo dello sport quanto in quello medico) che credono fortemente all'impatto della pratica sportiva sulla salute delle persone, non solo in termini intangibili di prevenzione, ma anche di misurabile impatto su patologie in essere.
L'essere umano, infatti, tramite il gioco e l'utilizzo del corpo, riesce a costruire un rapporto di senso con il mondo che lo circonda, generando quel piacere di origine estetico-percettivo che qualunque persona che pratica sport, atleta, dilettante o amatore, conosce e che ne fa uno strumento che educa al benessere individuale e comunitario. Questa promozione del benessere passa sempre attraverso tre mosse: ispira, misura, allena. “Ispira”, ovvero genera una visione, un progetto unico, dal respiro largo. “Misura”, ovvero calcola l'impatto oggettivo del progetto in termini di investimento, costi e, ovviamente, benefici. “Allena”, ovvero metti in atto collaborazioni fra saperi e professionalità diverse, co-progetta (magari facendo interagire pubblico e privato) e genera protocolli riproducibili.
Il progetto di Athena Voller e Asl 1 Napoli è orientato all'acquisizione di stili di vita corretti, allo sviluppo di life skills (abilità di vita) essenziali per accrescere comportamenti adattivi e positivi che permettano di rispondere in modo efficace alle richieste della vita quotidiana di persone con disabilità psichica. Svolgere attività fisica di gruppo permette di condividere esperienze,
far nascere una solidarietà comune, lavorare su aspetti come l'autonomia (preparare il necessario per l'attività sportiva e raggiungere il luogo utilizzando mezzi pubblici), migliorare la cura della persona (fare la doccia dopo lo sport oppure costruire una relazione col medico di base ed essere consapevoli del proprio stato di salute) e lavorare sulla autonomia rispetto al contesto familiare, consentendo al paziente-atleta, attraverso i traguardi raggiunti, un aumento dell'autostima e una consapevolezza delle proprie abilità, così da far valere i propri desideri e la propria volontà anche in ambito famigliare.
Tutto ciò sarebbe già meritorio, ma diventa entusiasmante nel momento in cui ricordiamo che nasce a Scampia, dove ogni progetto parte da un livello di difficoltà superiore. Che bello se questa idea fosse replicata ed esportata e che bello se fossero proprio questi i progetti sui quali far convergere il denaro che arriverà dal Pnrr. Sarebbe un riconoscimento a chi ispira, un'occasione per insegnare al nostro Paese l'arte della misurazione dell'impatto dei progetti e un invito ad allenare (e allenarsi) per un mondo migliore.
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