I molti finali della fiaba del Leicester e del suo (ex) eroe
mercoledì 8 giugno 2016
I tifosi del Leicester, la più bella fiaba sportiva del secolo calcistico, non l'hanno proprio mandata giù. Jamie Vardy, l'attaccante rivelazione della Premier League, ma soprattutto loro principe azzurro, eroe romantico, un po' maledetto e un po' baciato dalla sorte, pare se ne andrà all'Arsenal per un bel gruzzolo di sterline. Eh già, d'altronde delle fiabe bisogna sempre saper capire quale sia e quando arrivi il vero finale. Una mano, per comprendere, ce la offre un anonimo tifoso delle Foxes che twittando la foto della città invasa dai tifosi in festa nel giorno della vittoria del campionato, scrive un'efficace nota a margine: «Ecco, queste sono tutte le persone che hai deluso». Sono onesto: mi piacerebbe trovare un modo più equilibrato di commentare ma... avevo 23 anni e nel giugno del 1992 anche io scesi in piazza a protestare per il trasferimento di Gigi Lentini dal mio Toro al Milan! Insomma, capisco bene il punto di vista dei tifosi del Leicester.È come se, con ancora da smaltire la sbornia di felicità per un successo incredibile e incredibilmente inatteso, si dovesse tornare immediatamente con i piedi per terra. Dopo una vita passata ad aspettare, neanche il tempo di bullarsi un po' con gli amici al pub ed ecco arrivare i falchi delle grandi squadre a ricostruire l'ordine delle cose. Certo, quest'eventuale ordine si ristabilirebbe con un sacco di sterline nelle tasche della società campione d'Inghilterra (somma che potrebbe anche aumentare visto che l'Arsenal vuole anche Riyad Mahrez, per un affare complessivo da 64 milioni).Il tema è vecchio, ma sempre all'ordine del giorno: meglio la sicurezza di un tesoretto fatto di pecunia che certamente non olet e che garantirà qualche anno di buona sopravvivenza alla tua squadra del cuore o continuare a esporsi al rischio di sognare e poi magari cadere, tentare la via romantica del riconoscere se stessi in una bandiera, in un eroe che si dimostra impavido e impermeabile al denaro? Certo, posta così la domanda suona retorica: chi non amerebbe alla follia un Cristiano Lucarelli, che spiegò il suo rifiuto a offerte ricchissime pur di indossare la maglia del suo Livorno in serie A, scrivendo addirittura un libro dal titolo Tenetevi il miliardo? Chi però, nelle stesse condizioni, farebbe la stessa cosa?La verità è siamo tentati dalla doppia morale (ciò che vorremmo che gli altri facessero non coincide con ciò faremmo noi). Così, mentre ad Hollywood da tempo si pensa a un film sulla sua vita e grandi case editrici in tutta Europa vanno all'asta per assicurarsi il diritto di pubblicare la sua biografia, temo che Jamie Vardy, con buona pace dei suoi ormai ex-tifosi, vestirà la maglia rossa dell'Arsenal. Colore che peraltro già qualche giorno prima aveva scatenato i tifosi delle Foxes: la seconda maglia del Leicester, abbandonato il nero della stagione del trionfo, sarà rossa e inspiegabilmente troppo simile a quella dei grandi rivali del Nottingham Forest. Strategie di marketing dello sponsor tecnico e tempi duri per dei poveri tifosi che hanno avuto la sola colpa, poche settimane fa, di aver vissuto la più grande gioia della loro vita sportiva. Attaccati nel profondo della loro identità (la fuga dell'eroe che si riteneva essere il duro dal cuore d'oro e il colore del vessillo che si contamina di quello del "nemico") inizieranno forse a pensare che... si stava meglio quando si stava peggio?Pensare che, se un segreto del successo del Leicester esiste, questo è proprio la ricchezza delle differenze, la costruzione di un'identità fortissima, ma nata dalla mescolanza di caratteri tecnici, umani e di storie meravigliosamente diverse. In conclusione, considerato che nonostante le mie giovanili proteste Lentini al Milan ci andò lo stesso e io fui costretto a cercarmi nuovi eroi, correndo il rischio di essere smentito da operazioni di mercato, mi sento di suggerire a tutti noi (tifosi del Leicester o meno) di innamorarci di gente come N'Golo Kanté, un giocatore magari con pochissimo talento, ma che con un'applicazione totale al lavoro e una sovrumana capacità di sopportare fatica e prese per i fondelli, un giorno può trasformarsi nel buono, giusto e generoso della squadra, diventando persino (almeno per una volta) campione d'Inghilterra. Una fiaba che finisca all'ultima riga, insomma.
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