mercoledì 27 novembre 2002
Ibugiardi domestici sono almeno di tre tipi. Quelli che hanno la bugia nel sangue e mentono per abbellire la realtà. Quelli che dissimulano per evitare conflitti. E poi i bugiardi più moderni, quelli che dicono: «Mi hanno frainteso». Goldoni ha dedicato un'intera commedia al Bugiardo: in essa uno dei personaggi, Lelio, confessa che «le bugie sono per natura così feconde, che una ne suole partorire cento». Effettivamente quando si entra nella spirale perversa della menzogna, l'accumulo delle falsità è esponenziale perché una serve a tamponare gli effetti deleteri dell'altra, in una sorta di catena infinita. Dei bugiardi ho trovato qualche tempo fa in un articolo del saggista Edmondo Berselli la triplice classificazione sopra citata. È facile incrociare dappertutto sia i mentitori "naturali" (quelli che, per natura e bisogno quasi fisiologico, ricorrono alla verità solo quando sono a corto di bugie) e i dissimulatori per quieto vivere. A proposito di quest'ultimi, Graham Greene osservava che, «se non avrete mai creato ostilità, è segno che non avete sempre detto la verità». Ma particolarmente interessante è la terza categoria, quella dei "bugiardi più moderni", tra i quali brillano quei politici che, dopo avere rilasciato un'intervista senza remore, di fronte agli esiti imprevisti reagiscono dichiarando di essere stati fraintesi dal giornalista o dal pubblico. Per tutti, comunque, sarebbe utile - se non sempre - almeno più spesso praticare il motto evangelico: «Il vostro parlare sia: sì, sì; no, no; il di più viene dal Maligno» (Matteo 5, 38).
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