History: “Calciopoli”, un processo irrisolto
mercoledì 1 giugno 2022
Nel processo su Calciopoli (Napoli 2008-2011) una delle intercettazioni telefoniche più inquietanti riguarda la morte di Giovanni Paolo II, avvenuta la sera di sabato 2 aprile 2005. In quello stesso giorno l'allora direttore generale della Juventus Luciano Moggi chiama il Ministro dell'interno Giuseppe Pisanu per parlare dell'eventuale sospensione delle partite nel caso morisse il Papa. «Ora non le sospenderei Beppe – dice Moggi a Pisanu – . Le sospenderei solo se il Papa muore… Io penso che il Papa morirà domani o dopodomani, te lo dico io». Affermazioni sorprendenti, che stando all'allora pubblico ministero Giuseppe Narducci dimostrano lo strapotere che Moggi aveva al punto di discutere una cosa del genere con il Ministro dell'interno dando pure delle indicazioni. Ma non solo: a giudicare dalla previsione sulla morte del Papa sembra che Moggi, oltre al potere (diciamo così) temporale, ne avesse anche un altro. Figuriamoci, pertanto, se poteva influenzare gli arbitri come tende a dimostrare l'interessante documentario Calciopoli - Anatomia di un processo, scritto da Antonio Plescia, diretto da Emanuele Pisano, prodotto da Simona Ercolani, andato in onda in due parti, domenica e lunedì, in prima serata su History Channel. Gli autori sposano la causa del pubblico ministero Narducci, pur dando voce anche alla controparte. Difficile, però, contestare dei dati di fatto che dimostrano l'esistenza di un sistema che gestiva l'andamento del campionato a favore di alcune società. Alla fine da Calciopoli è uscito un solo condannato, l'arbitro Massimo De Santis, perché ha rinunciato alla prescrizione, cosa che invece ha salvato gli altri. Ma questo non significa che non sia stato riconosciuto anche per gli altri il reato di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva.
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