Giordano, il format è fuori “controllo”
giovedì 15 settembre 2022
Dicevamo l'altro giorno che i conduttori dei talk politici tendono ormai a schierarsi. Chi lo fa da sempre è Mario Giordano con il suo Fuori dal coro, il martedì sera su Rete 4. Giordano ha scelto il sistema dell'attacco diretto a politica e istituzioni, soprattutto di una certa parte. L'inizio del suo programma è caratterizzato da una sorta di editoriale-show. L'altra sera, ad esempio, sulle note della celeberrima Cuccurucucù di Franco Battiato (che forse non avrebbe gradito la parodia), Giordano ha accusato i governanti italiani ed europei di dormire di fronte alla crisi energetica. Il tutto, con tanto di balletto alle spalle, al suono di «Tu-tu-tu-tu-tu dormivi…». E poi, con la faccia dentro la telecamera e il solito urlo verso Donato (che poi non sarebbe altro che il regista della trasmissione Donato Pisani) è andato avanti nelle accuse più o meno documentate. Ma questo è il suo stile. In poche parole, più che Fuori dal coro è Giordano stesso un format. Senza di lui il talk di Rete 4 sarebbe tutt'altra cosa. Per cui: prendere o lasciare. Onestamente saremmo per la seconda soluzione, anche se poi l'aggressivo conduttore, inaspettatamente, diventa anche docile se trova chi sa ammansirlo. Nell'ultima occasione c'è riuscito non si sa come Carlo Calenda. Dopo di che il giornalista ha ripreso vigore con il suo cavallo di battaglia: i ladri di case, ovvero coloro che occupano abusivamente appartamenti di cui i legittimi proprietari non riescono a tornare in possesso. Contro i ladri di case Giordano scatena i suoi inviati rivendicando la risoluzione di un centinaio di casi. E questo può essere realmente un merito di Fuori dal coro. Più complesso l'argomento finale sul business dell'immigrazione in cui accanto a giuste denunce tornano ingiustificati toni allarmistici e mezze verità.
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