“Gender”, ma quale rivoluzione?
giovedì 2 febbraio 2017
«Una volta era semplice: o eri maschio o eri femmina. Oggi è tutto diverso». E già questo ti spiazza. Che vuol dire che un tempo...? Non è stato facile entrare nei ragionamenti di Gender: la rivoluzione, in onda martedì alle 20.55 su National Geographic (canale 403 di Sky). «Sta accadendo tutto velocemente», insiste la voce fuori campo attribuibile (al di là del pessimo doppiaggio) a Katie Couric, una delle più popolari giornaliste statunitensi, autrice di questo reportage sugli stessi temi a cui la famosa rivista scientifica “National Geographic” (da cui deriva il relativo canale tv) ha dedicato il numero di gennaio provocando numerose reazioni tra cui quella di questo giornale da sempre attento e vigile su certe questioni. Ad “Avvenire” quel numero della rivista è apparso poco rispettoso di bambini che soffrono di disturbi della differenziazione sessuale o dell'identità di genere e che per questo meriterebbero delicatezza e riservatezza e non di essere sbattuti in prima pagina per annunciare servizi ambigui che sotto la parvenza della scientificità possono nascondere obiettivi di propaganda gender. Cosa che si è verificata anche nel documentario tv, in particolare nel finale, quando è stato proposto un crescendo della serie: «Stanno aprendo la strada alle prossime generazioni... Esseri umani più felici e più liberi... Il treno è partito. Il mondo sta cambiando... Evoluzione di genere piuttosto che rivoluzione di genere. E ancora non avete visto nulla!». In precedenza, per la verità, ci sono stati momenti in cui attraverso le varie storie raccontate sono emerse anche le difficoltà e le sofferenze di queste persone, soprattutto dei bambini. Si è parlato di suicido o di tentativo anche a soli sette anni. Un dramma nel dramma. Ma come spesso succede in questi casi, la parte più problematica rimane schiacciata tra il finale a cui abbiamo accennato e l'inizio volutamente confuso in cui avventurandosi in quello che è stato definito «il territorio mutevole del genere» sono corse affermazioni prive di supporto scientifico: «Il genere è il modo con cui presentiamo noi stessi al mondo. Genere e sessualità sono due cose distinte. Il genere è chi sei quando vai a letto, il sesso è con chi vai a letto». È difficile, insomma, che questi programmi aiutino a fare chiarezza.
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