Frutta, ortaggi e bollicine, crescono le esportazioni di prodotti di qualità
domenica 17 settembre 2017
All'estero l'ortofrutta italiana spopola, così come lo spumante. Apparentemente lontani, questi prodotti sono invece accomunati da più di un elemento. Sono fra i migliori rappresentanti del buon agroalimentare nazionale, ed entrambi vincono alla grande oltre confine. Con tutti i distingui del caso, ovviamente.
Stando agli ultimi numeri rilevati dall'Istat, nel primo semestre di quest'anno le vendite all'estero di ortofrutta italiana sono cresciute del 3,1% in valore e diminuite del 6,8% in quantità. Un segno chiaro: vendiamo meno ma ciò che vendiamo è di più alto valore. In termini assoluti nei primi sei mesi dell'anno l'Italia ha esportato circa 2 milioni di tonnellate di prodotti per un valore di 2,3 miliardi di euro. Per quanto riguarda le importazioni l'Italia ha importato circa 2 milioni di tonnellate di prodotti per un valore di 1,9 miliardi. Ad ottenere le migliori prestazioni commerciali sono stati comparti come quello della frutta secca, dei legumi e ortaggi, in calo le vendite di agrumi. Per Fruitimprese, che rappresenta le imprese del comparto ortofrutticolo, tutto questo conferma la grande professionalità dei nostri operatori ma non nasconde la necessità di continuare ad insistere nella ricerca di nuove relazioni commerciali.
Quadro simile per lo spumante italiano le cui vendite all'estero sempre nei primi sei mesi dell'anno sono arrivate a fare un balzo del 13%. Con situazioni da primato nel Regno Unito (+10%) e negli Usa nonostante la politica avversa del Governo Trump (+18%), ma anche in Germania (+ 21%). Ma anche in questo caso le insidie ci sono tutte. «La situazione potrebbe ulteriormente migliorare – ha commentato per esempio Coldiretti –, con una lotta più efficace alle falsificazioni a livello internazionale dove il Prosecco guida la classifica dei vini italiani più taroccati con le imitazioni diffuse in tutti i continenti». Con, in questo caso, rischi maggiori dovuti alle nuove forme di commercio ormai dilaganti. Ne è la prova, secondo i coltivatori diretti, il recente blocco di 30 milioni di lattine di falso Prosecco che erano pronte per essere vendute sulla piattaforma e-commerce cinese Alibaba.
Gran successi, dunque, accompagnati da grandi rischi. Gli agricoltori italiani non possono abbassare la guardia. Nemmeno sul mercato interno. Sempre in questi giorni è circolata un'altra notizia: al consumo i prezzi della frutta sono cresciuti del +0,3%, ma nelle campagne sono diminuiti con tassi negativi a due cifre. La sintesi la fanno i coltivatori: «I prezzi della frutta aumentano di 3-4 volte dal campo alla tavola con i centesimi pagati agli agricoltori che diventano euro per i consumatori». Troppi conti non tornano ancora.
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