Fare misericordia e raccontarla, mentre le “opere” salgono a 21
venerdì 18 dicembre 2015
Posso sbagliarmi, ma ho l'impressione che il buon successo mediatico del binomio Giubileo-misericordia, che si conferma anche dopo la mia ultima navigazione (26% dei post), non sia solo un decoro in più che quest'anno siti e blog appendono sul loro albero di Natale online, per poi passare ad altro. Ho l'impressione, al contrario, che l'idea di papa Francesco di un Giubileo che mettesse a tema la misericordia, come sta toccando il cuore della grande Chiesa universale, così sia convintamente riflessa nel piccolo specchio digitale che qui ci affaccendiamo a scrutare.Due i segnali che registro oggi. Il primo me l'hanno mostrato i soliti robot: sul blog “Come Gesù” di don Mauro Leonardi (http://tinyurl.com/pme2yfm) sventola una nuova tendina, che si chiama appunto «La misericordia del blog» e dalla quale l'autore invita a «raccontare – col proprio nome o in maniera anonima – non conferenze sulla carità o lezioni sulla misericordia», ma «fatti, piccoli o grandi ma che siano di misericordia: e, preferibilmente, di misericordia corporale». Il primo fatto, che segue, è il «dar da mangiare, dar da bere» delle monache di clausura del Monastero di Sant'Agnese, attraverso una antica “ruota”: «Non abbiamo una mensa vera e propria, offriamo quello che possiamo, di norma quello che mangiamo noi altre», scrive l'autrice del post.Il secondo mi ha raggiunto invece per email: è della Commissione diocesana “Nuovi stili di vita” di Padova (http://tinyurl.com/paads4b) e contiene l'invito a regalare, per Natale, «relazioni umane di misericordia», mirate a lenire una solitudine divenuta «strutturale». Sono sette, come le due serie di «opere» che già sappiamo. Vanno da «Offrire un sorriso a chi ti giudica male» a «Donare un abbraccio a chi si sente ferito», fino a «Fermarsi a guardare il volto dell'altro per riconoscere il volto di un Dio incarnato». Non so dire, davvero, se siano “corporali” o “spirituali”. Certamente sono umane.
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