E la Sicilia vende l'uva alla Cina
sabato 10 novembre 2007
Un container, uno solo, pieno d'uva da tavola siciliana ma soprattutto pieno di belle speranze è partito questa settimana alla volta della Cina. È un segno di ciò che è possibile fare, di quello che l'agroalimentare nostrano è capace di raggiungere. Così come lo è, un segno, l'intensificarsi dei controlli sulla produzione di mozzarella di bufala in Campania. Il senso delle due iniziative, infatti, è lo stesso: far vedere di essere capaci di produrre seriamente e, quindi, riuscire a conquistarsi la fiducia dei consumatori e dei mercati, anche quelli più diffidenti.
Dalla Sicilia, dunque, hanno preso il largo 200 quintali di uva da tavola " varietà Italia " acquistati dalla diffidente Cina, il Paese che riesce ad esportare quantità enormi di prodotti alimentari (spesso di dubbia sanità e origine), ma che da sempre riesce a bloccare sul nascere la gran parte delle vendite di prodotti stranieri sui propri mercati. Il risultato ottenuto per l'uva, che arriva dopo analoghi traguardi conquistati per le arance rosse, è quindi di quelli che fanno sperare. Anche perché nasce da una «normale» visita commerciale, avvenuta lo scorso settembre, di un gruppo di buyer cinesi con i quali è stato possibile chiudere alcuni primi contratti. Certo, si tratta di una sorta di test di mercato che dovrà essere confermato. Ma il dado è stato lanciato: l'uva è stata refrigerata a un grado e spedita in atmosfera controllata così da arrivare fresca sul mercato cinese.
Basta essere seri, dunque, ma male non fa anche controllare che tutti lo siano. È probabilmente questa la filosofia che ha ispirato l'attivazione di una serie di controlli sui produttori di mozzarelle di bufala Dop in Campania: un altro grande prodotto dell'agroalimentare italiano.
L'obiettivo è sempre lo stesso dichiarato dal Governo: «Garantire maggiori tutele ai consumatori e difendere i produttori che rispettano le regole». I controlli sono stati affidati all'Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari (Icq). L'azione di controllo sarà condotta sia nelle aree di produzione della mozzarella che nella commercializzazione e riguarderà tutti gli operatori coinvolti nell'ottenimento del marchio Dop.
Bastano azioni di questo genere per risollevare le sorti dell'agroalimentare italiano? Difficile dirlo, anche se è ben presente il dubbio che occorra altro. A delineare la situazione da risolvere, tuttavia, sono i primi dati diffusi sul bilancio dell'annata agraria 2007: seppur in presenza di un aumento dei prezzi all'origine e della produzione, così come del valore aggiunto, sembra che i redditi degli agricoltori siano ancora una volta diminuiti. Colpa, dicono, della crescita dei costi. Ma potrebbe anche valere un'altra interpretazione: forse più container in partenza per i mercati esteri, più treni verso la Germania carichi di frutta e verdura, insomma, più marketing fatto per bene e sostenuto da una produzione sempre ai massimi livelli, potrebbero davvero fare la differenza.
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