martedì 11 marzo 2003
Ci sono due specie di sciocchi: quelli che non dubitano di nessuna cosa e quelli che dubitano di tutto. Il dubbio non dev'essere niente più che attenzione, altrimenti può diventare pericoloso. Questo non vuole essere un elogio del dubbio, ma il riconoscimento che esso può avere un suo significato in situazioni ben precise. Dopo tutto anche Cristo concede all'apostolo divenuto l'emblema del dubbioso, Tommaso, la possibilità di una verifica che corregga e plachi il suo dubitare. Abbiamo messo insieme due battute. La prima è desunta dall'opera Mes écarts ou ma tête en liberté del principe belga Charles-Joseph de Ligne (1735-1814), un tipico rappresentante del
Settecento cosmopolita. Egli descrive in modo lapidario i due estremi dell'ingenuità credulona e del dubbio sistematico. Alla prima categoria, purtroppo, si iscrive una massa di sprovveduti che s'affidano a maghi, cartomanti, guaritori, astrologi e ad altre baggianate senza un sussulto di sospetto. Alla seconda, invece, appartengono gli scettici snob, convinti di sapere sempre tutto e a sufficienza. È a questo punto che vien bene la seconda citazione che è tratta dagli aforismi che uno scienziato tedesco Georg Christoph Lichtenberg (1742-1799) pubblicava sugli almanacchi tascabili della città in cui insegnava, Göttingen. Egli sapeva che il dubitare nella scienza è importante perché stimola la verifica e l'approfondimento. Il futuro Pio II, quand'era ancora Enea Silvio Piccolomini, scriveva: «Chi più sa, più dubita». Ma Lichtenberg ci mette in guardia soprattutto dal dubbio sterile, che s'ammanta di sapienza, mentre in realtà è solo orgoglio e mania.
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