Doc: la “redenzione” di Donato Bilancia
venerdì 7 ottobre 2022
È la terza vita quella che non ti aspetti. Le prime due possono anche essere consequenziali. Del resto un giocatore d'azzardo da mezzo miliardo di vecchie lire a botta può anche arrivare ad uccidere, soprattutto se si sente tradito dagli amici delle bische clandestine che a sua insaputa lo considerano il pollo da spennare e lo truffano. In ogni caso è sempre difficile che l'assiduo frequentatore dei tavoli verdi si trasformi in serial killer capace di uccidere 17 persone in sei mesi. Eppure è successo e il giocatore assassino ha un nome e un cognome: Donato Bilancia. Mai nessuno ha ucciso così tanto, in così poco tempo e in un territorio circoscritto: nove uomini e otto donne dal 15 ottobre 1997 al 20 aprile 1998 tra Liguria e Piemonte. Una storia che ha dell'incredibile e sulla quale fa luce l'interessante docufilm Le tre vite di Donato Bilancia, scritto e diretto da Pino Corrias con Renato Pezzini e la collaborazione di Massimo Calandri, in onda questa sera alle 21,25 su Rai 2. La storia di Bilancia viene ripercorsa con i testimoni delle sue tre vite: il giocatore senza testa, lo sterminatore senza cuore, il convertito senza redenzione. Ed è appunto quest'ultima quella inaspettata. La raccontano per la prima volta il priore della Comunità di Bose, Sabino Chialà, che Bilancia ha incontrato e con il quale ha poi tenuto una corrispondenza, e Marco Longo, diacono del carcere di Padova dove Bilancia scontava 13 ergastoli prima di morire di Covid. Entrambi testimoniano di un uomo che aveva avviato una forte revisione della vita alla riconquista dell'umanità perduta e alla ricerca di una relazione con Dio attraverso la preghiera. È l'ultimo Bilancia, quello che fuori nessuno ha conosciuto e che ora Rai Documentari propone a dimostrazione che anche dall'abisso si può risalire.
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