De Laurentiis come Buffon, bestemmiatori di Serie A
domenica 27 agosto 2023
Leggenda trigoriana narra che, l’allora
mister della Roma, Zdenek Zeman, vedendo il giovane Francesco Totti che non firmava l’autografo a un bambino riprese sfumacchiante il suo giocatore: «Un giorno, quando sarai vecchio e i tifosi non ti cercheranno più, rimpiangerai di non aver fatto felice quel bambino». Se Zeman sabato scorso fosse stato allo stadio Stirpe avrebbe sussurrato lo stesso suggerimento al presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis che ha maltrattato il piccolo tifoso “seccatore” che, accompagnato dal genitore, chiedeva semplicemente di poter fare un selfie con uno dei suoi idoli. Al pressing, neppure asfissiante, il cinepresidente sarebbe sbottato con un dittatoriale: «Non è qui per fare fotografie!», al quale ha fatto seguire una bestemmia che come tutte le cose brutte che finiscono nella Rete è diventato un video virale. L’autogol blasfemo di De Laurentiis ha toccato la sensibilità di molti, a cominciare dal Moige, il Movimento Italiano Genitori, che per voce del suo direttore generale Antonio Affinita ha denunciato: «Il mondo del calcio si macchia ancora una volta di un episodio di violenza e blasfemia verbale. A rendere ancora più grave l’accaduto è il fatto che il protagonista sia il Presidente di una squadra di calcio, quindi una figura istituzionale, che ha inveito con blasfemia contro un bambino, peraltro fan della sua stessa squadra». Cartellino rosso dunque per De Laurentiis. Occhio calciatori e dirigenti, che i bambini non solo vi guardano, ma vi ascoltano. La Federcalcio ha appena nominato Capo delegazione della Nazionale Gigi Buffon, il quale è stato uno dei più grandi portieri della storia del calcio azzurro e mondiale, ma è anche noto come uno dei più assidui bestemmiatori in campo. Un brutto vizio reiterato, dagli esordi fino al 2021 quando nell’ultima stagione alla Juventus per ben due volte nel giro di due settimane era finito nel mirino della Procura federale per aver bestemmiato nelle gare contro
Parma e Inter. De Laurentiis rispetto al Gigi nazionale non ha neanche l’attenuante regionale, non è un orso tosco (pardon all’omonimo scrittore, Orso Tosco, autore del bel libro Nanga Parbat. l'ossessione e la montagna nuda - 66thand2nd -) come il carrarino Buffon che proviene dalla terra di storici “smoccolatori”, anche calcistici. Attenuanti territoriali secondo la moglie, Ilaria D’Amico che lo giustificherebbero: «Purtroppo la bestemmia per Gigi fa parte del suo gergo toscano». Forse ci vorrebbe un Demetrio Albertini in ogni spogliatoio. Il buon Demetrio anni fa raccontava di aver usato suo fratello don Alessio - consulente ecclesiastico del Csi Nazionale - per placare quei compagni di squadra del Milan affetti da bestemmia compulsiva. «Sono corso a rimproverare compagni anche molto più famosi di me - raccontò Albertini - . Senza problemi. Perché il problema è loro, io glielo ricordo. Chi non riesce a dominare i propri nervi su un campo di calcio non riuscirà a farlo nemmeno nella vita». Messaggio che recapitiamo al presidente De Laurentiis, sperando che non ci risponda con un’altra bestemmia. © riproduzione riservata
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