Davanti all'aggressività in Rete potremmo fare come Francesco
venerdì 16 febbraio 2018
In questi anni abbiamo assistito a numerose, pubbliche manifestazioni di familiarità di Francesco, di Benedetto XVI e persino di Giovanni Paolo II con internet e i suoi strumenti. Ma altro è sapere che un Papa ha un profilo ufficiale su Twitter, altro è immaginarlo seduto sulla sua poltrona, con un tablet tra le mani, a sfogliare l'ultimo post di qualche critico dallo pseudonimo fantasioso – anzi, a decidere di non leggerlo per sua salute mentale.
Mi ha suggerito questa immagine la trascrizione, anticipata dal "Corriere della sera" ( tinyurl.com/ybd8jjmr ), che padre Antonio Spadaro firma su "La Civiltà Cattolica" degli incontri privati che, durante l'ultimo viaggio, si sono svolti tra Francesco e i gesuiti di Cile e Perù. Tra molte altre cose, essa infatti contiene un riferimento alla Rete in quanto luogo in cui ci si può arruolare «in una campagna di resistenza» ai cambiamenti che egli promuove nella Chiesa.
Afferma il Papa: «Per salute mentale io non leggo i siti Internet di questa cosiddetta "resistenza". So chi sono, conosco i gruppi, ma non li leggo, semplicemente per mia salute mentale». Poi dice il suo «dispiacere» per tali manifestazioni, alcune delle quali «vengono da persone che credono di possedere la vera dottrina e ti accusano di essere eretico». E conclude che quando in queste persone non trova «bontà spirituale», prega per loro.
Anche con questa affermazione, a ben vedere, Francesco, una volta di più, si fa prossimo a ciascuno di noi. Sottrarsi, per «salute mentale», non alle critiche e sostanzialmente al dibattito, ma all'aggressività di chi, per le vie digitali, per ogni questione crede di possedere l'unica ricetta giusta e che siano sempre gli altri a sostenere opinioni erronee o scandalose: a chi non è mai venuta questa idea, a prescindere dal fatto che si discuta di fede e costumi, o di politiche migratorie, o di una partita di calcio? Pregare per gli haters, gli "odiatori", e per la loro mancanza di «bontà spirituale», forse, ci viene un po' meno spontaneo: ma vale la pena provarci.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: