Dalla parrocchia alla Rete per qualche spicciolo di click
domenica 7 novembre 2021
Se Google non mente, sono state tre le fonti digitali che hanno riportato questa notizia. Il quotidiano online "PrimaMonza" ( bit.ly/3bPncwa ), il 31 ottobre, l'ha intitolata «Niente monetine a Gesù ma offerte più adeguate: "bacchettati" i fedeli», prendendo le parti di questi ultimi e ottenendo, sulla propria pagina Facebook, il consenso di una trentina di follower. Il sito del "Corriere di Milano" ( bit.ly/2ZZxMP8 ), il 3 novembre, è rimasto più neutro: «Il bollettino del parroco: "Basta spiccioli per le offerte, fedeli siate più generosi"», dando poi, nel pezzo, la parola a don Sergio Steven, responsabile della Comunità pastorale interessata, quella di San Paolo a Giussano (Brianza). "Aleteia", il 4 novembre ( bit.ly/2ZX72yJ ), si è spostato ancor più verso il sacerdote: «Offerte con banconote e non con monetine. Il parroco: sono stato frainteso», mentre sulla pagina Facebook gli utenti gli hanno comunque dato ragione.
Il fatto all'origine della notizia è un riquadro di 9 righe alla pagina 3 del bollettino "Pietre vive" della parrocchia, edizione del 17 ottobre ( bit.ly/3mSJYK9 ), mirato a valorizzare l'offertorio durante la Messa. Consultando i precedenti bollettini, si scopre che il riquadro in questione è un appuntamento fisso, intitolato "Pillole liturgiche" e costruito ogni volta con lo stesso schema: introdotti da un «Ricordiamo...», si vuole evidenziare ciò che ciascun momento della Messa significa e che tendiamo, invece, a dimenticare. La "pillola" di cui i tre siti hanno riferito, dunque, non poneva in assoluto il problema dell'entità dell'offerta ma quello del suo significato. Ricercando online il trinomio "offerte Chiesa monetine" si scopre anche che in effetti un paio di sacerdoti, in passato, hanno criticato pubblicamente quella che evidentemente è una cattiva abitudine, con vari siti che non hanno perso l'occasione, anche in quei casi, per romanzarci sopra. Pur di guadagnare qualche spicciolo di click.
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