Dal web alla cattedra episcopale e alla sede centrale di Facebook
venerdì 22 settembre 2017
Un tempo si diceva spesso, talvolta con ammirazione e talvolta con preoccupazione, che “in America sono vent'anni avanti a noi”, ovvero che negli Stati Uniti si possono vedere già mature molte “novità” che da noi sono solo agli inizi. Non ho potuto fare a meno di pensare la stessa cosa entrando nel sito “Word on Fire” ( tinyurl.com/yc9tctd7 ), aperto dal sacerdote Robert Barron nel 2000 al semplice fine di diffondere on line le sue omelie e trasformatosi, anno dopo anno, in «uno dei più popolari siti cattolici del mondo»: nel 2014 dichiarava 1 milione e 300mila visitatori unici all'anno.
L'impatto è abbagliante. Il claim «Annunciare Cristo nella cultura» domina la semplice home-page su splendide immagini (c'è anche la Sistina), seguite dall'indirizzamento ai tanti contenuti (dagli articoli al Catechismo, dalla Bibbia ai video), catalogati sia per “risorse”, sia per “fonti”, sia per “ricerca avanzata”, e ai maggiori social network, dove Barron fa numeri da popstar. C'è anche un blog, sul quale non scrive il solo Barron; scorro i titoli dei post e mi pare che l'attualità sia pressoché assente, a favore di una raffinata apologetica. Infatti l'autore-inventore e la sua nutrita squadra pensano la loro impresa «mediatica, globale, nonprofit» come un «apostolato», ovvero intendono «condurre – o ricondurre – alla fede cattolica» le tante persone che raggiungono.
A sanzionare il riconoscimento ecclesiale dell'opera di questo sacerdote (che ha 57 anni e ha studiato alla Catholic University of America e all'Institut Catholique di Parigi) è giunta, nel 2015, la sua nomina a vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di Los Angeles: credo sia il primo caso di un vescovo proveniente dal web. Risale invece a lunedì 18 settembre la sua consacrazione digitale: ha tenuto una lezione presso la sede centrale di Facebook, a Menlo Park, su «Come discutere di religione» ( tinyurl.com/ya6cw5we ). Il che la dice lunga su quanto la dimensione religiosa dell'esistenza in Rete interessi ai suoi massimi reggitori.
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