Curare la scuola con la musica classica
venerdì 22 dicembre 2023
Nella cultura di massa di questi ultimi anni c’è stato, tra le altre cose, un crollo qualitativo della pop music, ormai inconfrontabile con quella di mezzo secolo fa, quando i protagonisti erano Bob Dylan, Fabrizio De André, Paolo Conte, i Beatles, Lucio Battisti, Elton John, Lou Reed, Tom Waits eccetera. Oggi, nella maggior parte dei casi, mi pare che circoli una poltiglia sonora sostenuta da gigantesche scenografie abbacinanti, la cui sola funzione sembra quella di bombardare e ottundere il sistema sensoriale in modo che non si possa percepire la nullità della musica e delle canzoni. Questo solo per dire che il naturale e diffuso bisogno di musica potrebbe, dovrebbe rivolgersi a qualcosa di migliore. Perché, salvo rarissime eccezioni, quando i giovani parlano di musica e vanno in giro con gli auricolari per ascoltarla mentre fanno altro, si tratta sempre di canzonette. Si fa come se la grande tradizione della musica classica non esistesse. Viene ritenuta “difficile” e di élite, come se fosse stata composta per essere ascoltata solo da musicisti e orchestrali, da chi legge gli spartiti e suona uno strumento. Così, più la si giudica difficile e di élite e meno la si ascolta: meno la si ascolta e più sembra di élite. Ma perché l’orecchio si educhi è necessario un ascolto ripetuto; solo così la mente impara a seguire e capire la struttura del tessuto sonoro. Non sono né un frequentatore assiduo di sale da concerto né tantomeno un musicologo, ma la prima differenza che mi colpisce fra musica classica e pop music, è che la prima è contemplativa, mentre la seconda è soprattutto eccitante. La musica classica emoziona creando anche un certo sereno distacco dalla vita vissuta. La pop music fa entrare in uno stato di eccitazione estroversa che limita l’autocontrollo e spinge all’intensificazione di rapporti puramente emotivi. Si dovrebbe far ascoltare ripetutamente ai bambini e agli adolescenti i migliori e più famosi brani di Vivaldi, Haydn, Mozart, Rossini, Beethoven, Schubert, Schumann... Propongo questo solo come uno fra i vari suggerimenti che potrebbero essere utili a una revisione e miglioramento dei programmi scolastici. Per combattere la noia che minaccia la vita quotidiana di insegnanti e allievi, le arti potrebbero aiutare: la migliore musica, come la migliore pittura e il migliore cinema. © riproduzione riservata
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