Jerusalema: crediamo di ballare su TikTok mentre preghiamo Dio di custodirci
venerdì 2 ottobre 2020

«Gerusalemme è la mia casa, custodiscimi, cammina con me, non lasciarmi qui. Il mio posto non è qui, il mio Regno non è qui, custodiscimi, cammina con me». Così recita il testo – semplice e inequivocabile: una preghiera cristiana – della canzone e del video “Jerusalema” ( bit.ly/3cKRGiL ), che, partiti dal Sudafrica dieci mesi fa, hanno ottenuto, passando per le vie digitali, una popolarità planetaria. Il 23 settembre scorso le visualizzazioni su YouTube hanno varcato la soglia di 150 milioni.

Su Spotify l'anno scaricata 60 milioni di volte. La #JerusalemaDanceChallenge è stata raccolta su TikTok, il social network indicato come il principale responsabile del suo successo, da molte altre decine di milioni di video di singoli e gruppi, che l'hanno ballata dinanzi a una videocamera. La musica infatti è allegra (più del testo, che ha una sua tensione drammatica), semplice e coinvolgente. L'autore e produttore di “Jerusalema” si chiama Master KG (nome d'arte di Kgaogelo Moagi), è nativo della provincia del Limpopo e ha 24 anni. La esegue con la cantante Nomcebo Sikode, come lui sudafricana, 26 anni.

Sulla scia delle parole del presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, che dagli schermi televisivi ha esortato tutta la popolazione a ballare Jerusalema in occasione dell’Heritage Day (la festa nazionale, che si è celebrata il 24 settembre), centinaia di attori e operatori si sono ritrovati ai Cape Town Film Studios per girare un film incentrato sul successo del video di Master KG, che conterrà ovviamente una lunga sequenza di ballo di gruppo.

Il testo è in venda, una lingua bantu parlata nell'Africa australe; le parole che ho riportato in apertura (le ho ricavate da una traduzione inglese) vi si ripetono di continuo, soprattutto l'invocazione «ngilondoloze», custodiscimi.

Nelle ormai numerosissime interviste di cui la Rete ridonda – l'ultima domenica scorsa, ospite in collegamento dal Sudafrica a “Che tempo che fa” – Master KG non ha dubbi nel collegare il successo della sua canzone al genere musicale Gospel a cui appartiene: «Dio è fantastico», ha detto. In realtà non sappiamo quanti, tra i milioni di donne e uomini che l'hanno cantata e ballata, sono stati consapevoli di unirsi a quel «custodiscimi». Ma è bello pensare che il Padre celeste ami tanto i suoi figli da ascoltarli anche quando non sanno che lo stanno pregando.

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