Consumo di suolo, serve una Legge
domenica 6 dicembre 2020
L'agricoltura italiana continua a vedersi erodere ettari di terra preziosa mentre il significato dell'alimentazione si fa di giorno in giorno più importante. C'è un paradosso della complessità che si sta vivendo, che balza in primo piano in occasione della Giornata mondiale del suolo celebrata ieri. Da un lato, il comparto perde base produttiva, dall'altro si vede riconoscere un ruolo strategico prima pressoché dimenticato.
Produzione alimentare sempre più importante, quindi, e agricoltura sempre più da tutelare, ma in Italia, ha ricordato Coldiretti, non esiste ancora una legge sul consumo di suolo. «Il testo – viene spiegato – è da anni fermo in parlamento anche se potrebbe dotare l'Italia di uno strumento all'avanguardia per la protezione del suo territorio». Già, perché tutela della produzione alimentare e salvaguardia del suolo vanno di pari passo lungo un percorso che ha nell'agricoltura il punto fondamentale. «Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono – dice ancora Coldiretti –, l'Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell'attività agricola». Questione di cultura prima ancora che di economia. Anche se entrambe devono essere declinate insieme. Per questo, per esempio, Cia-Agricoltori italiani proprio in occasione della Giornata del suolo lancia una "piattaforma" web destinata alla formazione degli agricoltori, ma anche per informare e sensibilizzare tutti i cittadini sulle «buone prassi per una gestione sostenibile del bene terra». Il problema è che occorre fare in fretta (o almeno non perdere altro tempo). Confagricoltura fa notare che in trent'anni si è perso il 20% della superficie agricola utilizzata (SAU) per l'espansione delle città e delle infrastrutture, per il degrado delle aree periurbane e per l'abbandono dei territori collinari e montani. E non si tratta solo di "perdita" di terreno, ma della generazione di condizioni di rischio che non possono essere ammesse. Rischi per la sicurezza delle persone e per gli approvvigionamenti alimentari. Solo per il secondo aspetto, basta sapere che la combinazione del degrado del suolo, dell'erosione e dei cambiamenti climatici potrebbe ridurre i raccolti globali fino al 50% in alcune aree del Paese. Quindi? Nell'era digitale, tornare concretamente a pensare alla terra è cosa buona e non solo giusta ma anche necessaria.
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