Connessioni pericolose Docufiction che insegna
giovedì 21 giugno 2018
I social, ma anche il mezzo tecnico in sé (il telefonino, per intenderci), hanno cambiato i nostri rapporti con la realtà e i rapporti tra le persone, sentimenti compresi. Basta girare per strada, entrare in un ristorante, ma anche in un teatro per vedere la stragrande maggioranza delle persone con lo smartphone in mano: chi chatta, chi fa video, chi posta... Persino di fronte al Papa, anziché dargli la mano e guardarlo negli occhi, gli si chiede un selfie. All'emozione del contatto diretto, alla realtà, si preferisce la rappresentazione, riguardandosi nella foto o addirittura pensando ai like una volta postata. Ma non solo: anche le storie d'amore (o presunte tali) passano ormai da WhatsApp. Per molti versi le favorisce, anche quelle che non sarebbero da favorire. Il cellulare elimina ogni inibizione. In alcuni casi si arriva persino a pensare di essere innamorati di una persona che non si è mai vista, con la quale si sono scambiati solo dei messaggi, ma per la quale si è poi disposti a tutto. Una delle affermazioni più inquietanti nel primo episodio della nuova serie di Online - Connessioni pericolose (martedì alle 22 su Crime+Investigation, canale 119 di Sky) è quella di una quindicenne che dice di essersi innamorata di un ragazzo con il quale ha avuto contatti solo via WhatsApp e al quale, come prova d'amore, ha mandato delle foto sue, nuda, che poco dopo sono finite in rete provocando una vergogna che l'ha spinta a tentare il suicidio. Il merito di un programma come Connessioni pericolose, dedicato ai casi di cybercrime, condotto da Elena Stramentinoli, è proprio quello di contribuire a far aprire gli occhi, soprattutto ai genitori, su fenomeni che da giochi più o meno innocenti possono trasformarsi in dramma. La ragazza in questione è stata salvata per miracolo dalla madre all'ultimo momento, mentre stava per gettarsi da un cavalcavia. I casi di cui si parla (molto simile anche il secondo della prima puntata) vengono proposti con il sistema della docu-fiction, mettendo insieme le ricostruzioni interpretate da attori con le testimonianze dirette dei veri protagonisti, che restano la forza del programma, insieme agli interventi della Polizia di Stato che attivamente collabora alla realizzazione dimostrando anche come nei vari dispositivi che noi utilizziamo tutti i giorni niente si cancella definitivamente. È bene saperlo.
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