Come va contrastato l'odio politico sui social
venerdì 26 aprile 2019

Almeno una volta l'abbiamo fatto praticamente tutti: per mettere alla berlina o soltanto per criticare una persona famosa (spesso un politico) che non la pensa come noi, abbiamo condiviso sui social il suo post aggiungendovi un nostro scritto dai toni spesso forti. Ma siamo davvero sicuri di avere "contrastato" nel modo più giusto il nostro avversario o abbiamo solo fatto il suo gioco?
Intendiamoci: qui non si parla della sacrosanta libertà di critica di ognuno, ma di quale «strategia social» possa portarci a contrastare al meglio l'odio e la propaganda politica dai toni forti. Il sistema creato da piattaforme come Twitter e Facebook, infatti, è tale per cui ogni volta che qualcuno condivide anche in negativo un contenuto la sua azione ne fa aumentare la visibilità. C'è anche un altro aspetto: ogni volta che condividiamo sui nostri profili qualcosa che non ci piace, dimentichiamo che tra i nostri contatti ci sono (quasi) sicuramente anche persone che non solo non la pensano come noi, ma possono persino rimanere colpiti in positivo dal contenuto (spesso politico) che ci ha fatto arrabbiare o scandalizzare.
Per difenderci Alberto Puliafito di Slow News propone piccoli accorgimenti. Per esempio, adesso che la comunicazione politica è diventata sempre più social, quando vediamo il post di un politico dobbiamo farci soprattutto due domande: 1) perché l'ha fatto? (risposta ovvia: per visibilità); 2) perché noi ne parliamo? «Perché è umano. Ma con la dinamica dei social, ogni volta che citiamo esplicitamente una frase, ripubblichiamo un video o una foto, stiamo anche amplificando quel contenuto». Quindi? «Se vuoi fare critica, se vuoi opporti alla diffusione di certe idee che non condividi, sarebbe meglio non condividerle. E parlare, invece, di modelli positivi, contrapposti, che funzionano».
Per Pier Luca Santoro di DataMediaHub «il linguaggio d'odio sui social è meno presente di quello che si crede: attorno al 7% delle conversazioni». Per quello che riguarda certa comunicazione politica social dai toni sempre più forti, Santoro con DataMediaHub ha dimostrato che spesso certi contenuti politici provocatori pubblicati sui social «non diventerebbero importanti senza la complicità dei media, che li amplificano e ne prolungano la vita». Dati alla mano ha scoperto che tweet di politici che avevano coinvolto poche migliaia di persone sui social sono diventati grazie ai media dei veri casi nazionali durati per giorni. Diverso, secondo Santoro, il comportamento che dovrebbero tenere i singoli davanti a certi eccessi. Soprattutto se riguardano marchi o media che scelgono la strada dell'odio. «È doveroso insorgere anche sui social. Sono infatti sempre più le aziende che, a seguito delle proteste degli utenti, hanno deciso di ritirare le loro pubblicità da certi media per non mischiarsi con chi si è macchiato di certe nefandezze. É la reputation economy, ed è ora di capirlo una volta per tutte». E sui singoli post, magari di politici? «Se volete criticarli, non condivideteli. Ma fate un post con uno screenshot di quel contenuto, così da non regalargli viralità».
Per Arianna Ciccone, fondatrice del Festival del Giornalismo di Perugia, non sono i nostri post con al massimo 100 «like» che fanno la differenza, come ha spiegato sul suo profilo Facebook e su Twitter . La colpa è soprattutto di un sistema mediatico che riprende e rilancia ogni cosa fanno certi politici. Ma anche dei social. Perché le piattaforme hanno due pesi e due misure sui contenuti di odio. Come saprete uno degli strumenti che noi cittadini abbiamo a disposizione sui social è quello di segnalare ai gestori i contenuti negativi o falsi postati da persone famose o meno. «Peccato – spiega Ciccone su Valigia Blu – che se un cittadino comune li posta, il contenuto viene rimosso e il suo profilo bloccato. Un paradosso inaccettabile». Insomma, se lo fate voi venite bloccati, se lo fanno un politico o un ministro non succede niente. Per questo senza l'intervento della politica e dei gestori dei social sarà impossibile contrastare davvero l'odio, politico e non.

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