giovedì 28 ottobre 2004
Gli arrivisti sono come le scimmie delle quali hanno l"agilità: durante la scalata si ammira la loro destrezza, ma una volta che sono arrivati in cima, non se ne vedono che le parti vergognose.Sarà un po" forte, ma colpisce nel segno questa considerazione dello scrittore francese Honoré de Balzac (1799-1850) nel suo romanzo Il giglio nella valle. Se stiamo all"originale egli parla del parvenu, un termine che io ho tradotto con "arrivista" ma che ha un sapore tutto particolare tant"è vero che lo usiamo anche noi in italiano per indicare gli arricchiti volgari, superficiali e ridicoli. Eppure essi sono capaci di scalare i vari gradini della società con un"abilità sorprendente, seminando tutti i concorrenti, superando ogni ostacolo, sprezzando ogni rischio. Ebbene, ciò che manca a loro è il pudore; non hanno mai vergogna; ignorano cosa sia la decenza. E" per questo che, giunti anche in posizioni di prestigio, si rivelano per quello che sono, parvenus appunto. Basta che aprano bocca: nonostante la venerazione dei servi che li circondano, subito mostrano «le parti vergognose». Anche nella Bibbia c"è un ritratto sferzante di costoro: non lo possiamo citare per ragioni di spazio, lo si cerchi nel Salmo 73 (72), 2-12. Ma il monito del Salmista riguarda soprattutto il giusto che può essere tentato di «invidiare questi prepotenti, vedendone il successo». Questo è un altro dei danni che gli arrivisti generano, l"imitazione, anche perché spesso la società giustifica e persino esalta la loro spregiudicatezza.
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