Che bello: sui social è piaciuta la parola di Maria Chiara Coco
venerdì 20 novembre 2015
Con un andamento il cui precedente risale purtroppo solo al gennaio scorso, la Rete dell'informazione ecclesiale che frequento continua a discutere prevalentemente degli attentati di venerdì scorso a Parigi, anche se la percentuale sul totale degli interventi si è già dimezzata dal 60 al 30%. Anche il gruppetto degli “amici” che condivido su Facebook è concentrato su quei fatti. Il sentimento (almeno il mio), in questi casi, è pericolosamente bulimico: cercare di divorare tutti i piatti che il menù mi offre (perché aiutano a comprendere, perché brillano di acutezza, perché semplicemente mi ci rispecchio). È ciò che ho fatto.Finché, grazie a questo giornale, non mi sono imbattuto in una storia altra, semplicissima e formidabile (http://tinyurl.com/p52td3c): la racconta in prima persona Maria Chiara Coco, «poetessa e universitaria con la sindrome di Down, felice oltre gli ostacoli», dice il titolo sul profilo Facebook di “Avvenire”. È del tutto inutile che io la ridica qui, questa storia. Ma quel che posso e voglio raccontare è la performance che essa ha avuto in poche ore, tanto sul sito del giornale quanto sulle sue pagine social. Se non mi fossi ripromesso di non scriverlo mai, in questa rubrica, direi che “impazza”: oltre 7.000 condivisioni e 2.100 mi piace, ieri sera.E siccome questo risalto mi fa un piacere enorme, provo a interrogarmi sul perché. Perché non è una testimonianza gridata; non dice nulla di sconvolgente; non contiene neppure una sfumatura di morbosità. Contiene invece passione, voglia di vivere e idee chiarissime sulla Trisomia 21.E poi c'è il personal computer. Il quale, se collegato a Internet, racconta di lei che le sue poesie meritano di essere lette e le hanno meritato già qualche premio, e che ha un profilo Facebook, anche se abbastanza riservato. Lei dice invece che è grazie al pc se «il desiderio di riversare all'esterno le forti emozioni che si aggrovigliavano dentro la mente ha trovato finalmente un personale sbocco», la poesia. Guarda un po'...
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