Cara Pasqua tra chi spende e chi tira la cinghia
domenica 31 marzo 2024
T
ra ieri, oggi e domani gli italiani spendono circa 2,2 miliardi di euro a tavola: un miliardo in più rispetto allo scorso anno. Ma non abbiamo mangiato di più, semplicemente, molto spesso, abbiamo pagato di più gli alimenti: in media il 4%. Lo dice Assoutenti sulla base di una stima delle diverse voci di spesa. “Cara Pasqua”, quindi. Ma non solo. Dal punto di vista alimentare, infatti, queste feste pasquali hanno visto anche ingrandirsi la compagine delle persone, delle famiglie, che non riescono letteralmente a mettere insieme il pranzo con la cena: milioni di italiani. Così come sono altrettanti milioni quelli che, all’estremo opposto, possono permettersi l’extra-lusso. È stata, cioè, anche una “Pasqua delle differenze”. Stando ad una stima di Coldiretti - sulla base dei dati del Fondo per l’aiuto europeo agli indigenti (Fead) su dati Istat relativi alla povertà assoluta nel nostro Paese, pubblicati pochi giorni fa - sarebbero 3,1 milioni le persone in Italia costrette a chiedere aiuto per mangiare facendo ricorso alle mense per i poveri o ai pacchi alimentari. Di queste, 630mila sono bambini sotto i 15 anni e 356mila anziani sopra i 65 anni. Solo il 23% circa di queste persone sono migranti, il resto, probabilmente, è fatto da famiglie che hanno perso il lavoro oppure che hanno attività non in grado di consentire una vita dignitosa. Il Centro studi Confcooperative, invece, stima che per 10 milioni di italiani in povertà oggi non vi sia stato nessun “menù speciale”; a questi «si contrappongono gli oltre 10 milioni di italiani che andranno in viaggio, a cui si sommano circa 7 milioni che pranzeranno in ristoranti e agriturismo e quanti possono sostenere spese extra-lusso per allestire il menù pasquale». Le coop, certo, sono più prudenti e stimano un esborso pari a quasi 1,4 miliardi ma il quadro complessivo non cambia. L’Italia di chi stringe la cinghia s’ingrossa. È poi comunque vero: c’è sempre il Paese che magari fa sacrifici, ma non rinuncia alle prelibatezze nazionali. Basta pensare che - ha fatto rilevare Coldiretti - solo in uova (non quelle di cioccolato che soffrono per il caro-cacao, ma quelle vere), pare si stia spedendo qualcosa come 130 milioni di euro. Mentre ogni famiglia per il pranzo pasquale in casa sembra aver speso 75 euro. Così come è vero che gli agriturismi continuano ad avere sempre più successo con fatturati ormai più che miliardari. Senza dire dei nostri vini che mietono primati e che oltrepassano, proprio quelli più venduti nei periodi delle festività, addirittura i blasonati francesi. Per la cronaca, gli osservatori del mercato sono pressoché tutti concordi nel confermare che le eccellenze enogastronomiche nazionali primeggiano anche quest’anno tra cibi regionali, formaggi e salumi, oltre a vini, prosecchi e spumanti e ortofrutta. Stazionari, invece, i consumi di uova di cioccolato, 27 milioni, e di colombe, 22 milioni, entrambe calano di un milione complice il caro ingredienti, tra tutti come si è detto il cacao che si vende a peso d’oro. Luci della ribalta, quindi, per il meglio dell’agroalimentare nazionale, luci tuttavia non per tutti. © riproduzione riservata
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