Camionisti, il reality che sorprende
venerdì 17 giugno 2016
Un reality sui camionisti è una bella scommessa. Anche se ormai un reality non si nega a nessuno. Ma in questo caso il risultato può anche sorprendere. Vengono fuori storie e tanta umanità da una categoria non certo tra le più amate. Nell'immaginario collettivo i camionisti sono quelli che in autostrada entrano in sorpasso all'ultimo momento senza mettere la freccia, oppure quelli che sulla provinciale ti costringono in coda a trenta all'ora e non fanno nulla per farsi sorpassare, per non parlare dei blocchi ai valichi di frontiera. In realtà, dentro a quei bisonti della strada ci sono uomini che faticano, che rinunciano a una vita familiare normale, che spesso hanno in un angolo del cuore un segreto, come Giovanni, di Torre Annunziata, che chiamano il “Ballerino” e che sembra sempre allegro: ma poi si scopre che il fratello a soli ventisei anni, sposato da un mese e con la moglie incinta, è morto in un incidente stradale alla guida di un camion. Ad avviarlo alla professione era stato proprio Giovanni. Lui aveva insegnato al fratello minore a gestire un autoarticolato, uno di quei bestioni che in tanti chiamano “bilico”, e che non sempre, purtroppo, sono così gestibili come si vorrebbe. Ne sa qualcosa anche Silvano, di Ribolla in provincia di Grosseto, segnato per tutta la vita dall'acido solforico che trasportava con la sua cisterna. Le storie di Giovanni e Silvano hanno inaugurato la nuova serie di Inarrestabili, il mercoledì in tarda serata su Rete 4. Programma ideato e condotto da Marco Berry, già sperimentato con non troppo successo su La7 e che invece meriterebbe ben più delle poche centinaia di migliaia di telespettatori che sembra al momento raggiungere. Perché anche la seconda puntata, con Berry che ogni volta viaggia un giorno accanto all'autista, ci ha regalato belle storie tra cui quella di Sauro, che trasporta il marmo dalle cave delle Apuane a valle attraverso strade di montagna a precipizio nel vuoto in cui per curvare si è costretti a manovre quasi impossibili. «È un lavoro che ti entra nel sangue», dice Sauro a un impaurito conduttore che, nonostante un passato da inviato delle Iene, di illusionista ed escapologo, ammette di essersela “fatta sotto”. Ma poi, una volta a terra sano e salvo, trova sempre il modo di tracciare il profilo più nascosto di questi uomini per cui ogni viaggio è una conquista.
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