Calcio, quelle morti a “Fuori dal coro”
giovedì 16 febbraio 2023
Dopo Le iene anche Fuori dal coro si è occupato delle morti sospette tra i calciatori. Il programma di Mario Giordano su Rete 4 lo ha fatto martedì con un servizio di Andrea Ruberto e il collegamento con Alessandro Beatrice, figlio dell’ex mediano della Fiorentina Bruno Beatrice morto nel 1987 a soli 39 anni per una leucemia. Pur non condividendo lo stile Giordano, i suoi urli da capopopolo e le sue contraddittorie strumentalizzazioni, dobbiamo ammettere che questa volta ha affrontato un tema vero e forte come quello delle malattie e delle morti bianche nel calcio. Tanti gli intervistati, soprattutto ex calciatori: da Stefano Turchi, attualmente affetto da Sla, a Dino Baggio, Lamberto Boranga, Massimo Brambati, Gabriel Batistuta… Tutti che parlano di punture, flebo e beveroni. «Pur di giocare accettavi tutto — racconta Turchi —, anche perché un ragazzo di quell’età non può pensare che il dottore e la società ti diano cose che ti fanno male». «Per curare una forte pubalgia — denuncia Beatrice — mio padre fu sottoposto a una scellerata e massiccia radioterapia a base di raggi Roentgen. Roba da pazzi, da assassini». Adriano Chiò, responsabile del Centro Sla dell’Università di Torino, conferma che il rischio di ammalarsi di Sclerosi laterale amiotrofica è 6 volte superiore nei calciatori rispetto alla popolazione generale. Le telecamere di Fuori dal coro sono entrate anche nella redazione di Avvenire per intervistare Massimiliano Castellani riconoscendo, sia pure indirettamente, che quella breccia nel muro di omertà che Giordano rivendica di avere aperto l’altra sera, è stata in realtà aperta molto prima da questo giornale. Ruberto ha comunque realizzato un ottimo servizio. Peccato che sia andato in onda molto tardi e a sandwich con il pericolo dei vaccini, che è tutt’altra storia. © riproduzione riservata
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