Bonus di 23 milioni sui conti previdenziali dei periti industriali
martedì 22 gennaio 2019
L'Ente di previdenza dei periti industriali e dei periti laureati (Eppi) ha ottenuto dai Ministeri vigilanti il via libera a distribuire sul conto individuale (montante) degli iscritti il contributo integrativo posto a carico dei committenti delle prestazioni dei professionisti.
L'approvazione dei Ministeri – rileva il presidente Valerio Bignami – è stata ottenuta grazie ad un'attenta gestione patrimoniale e finanziaria dell'Eppi, che in questa occasione consente alla Cassa di destinare oltre 23,5 milioni di euro a beneficio degli assegni pensionistici dei periti, rendendoli sempre più adeguati al reddito effettivamente prodotto.
I 45 mila iscritti all'Eppi possono verificare, attraverso l'area riservata sul sito dell'ente, l'aumento del proprio "conto corrente previdenziale" del valore della contribuzione integrativa versata dai propri committenti per l'anno 2016. L'aumento è disposto nella misura dell'80%, come richiesto in passato dai Ministeri in via prudenziale ed ora confermato dal Consiglio di amministrazione dell'Eppi.
Il semaforo verde all'attuale operazione è giunto all'Eppi per il quinto anno consecutivo sulla stessa materia, a conferma della congruità dei rendimenti finanziari realizzati per la copertura degli oneri di rivalutazione dei trattamenti di pensione, oltre ai costi di gestione e di assistenza. Complessivamente, per il quadriennio 2012-2015 sono stati distribuiti ai periti iscritti oltre 80 milioni di euro, tutti provenienti dai versamenti integrativi, un importo che ora supera i 104 milioni grazie alla citata contribuzione per l'anno 2016. Gli stessi montanti contributivi hanno beneficiato anche di oltre 9 milioni di euro a titolo di maggiore rivalutazione rispetto ai tassi di legge.
Contributi Eppi. A partire da quest'anno, seguendo la gradualità della propria riforma previdenziale, il contributo soggettivo obbligatorio, dovuto da tutti i periti liberi professionisti, sale dal 17 al 18% ed è deducibile fiscalmente. È dovuto inoltre un contributo integrativo (destinato agli oneri di gestione) nella misura del 5%, non deducibile e addebitato in fattura al proprio committente. Il Consiglio di Stato (sent. 4062/2018) ha cancellato la vecchia misura dell'integrativo al 2%, imposta obbliga-toriamente nei contratti dei periti con le pubbliche amministrazioni.
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