Anche alle mele serve un accordo di filiera
domenica 6 agosto 2023
I
n giorni caratterizzati da incertezze e instabilità dei mercati, arrivano le previsioni di produzione delle mele. Indicazioni positive che non eliminano anche per questo importante comparto dell’agricoltura italiana, elementi di grande attenzione e cautela. Un approccio più che giusto, visto che, intanto, i coltivatori continuano a lamentare costi di produzione troppo alti e una spesa alimentare che cresce senza però riempire i carrelli delle famiglie. Per l’Italia si stima una produzione totale di circa due milioni e 104mila tonnellate di mele, perfettamente in linea con la produzione dello scorso anno. In prima fila, come sempre, sono l’Alto Adige e il Trentino, mentre viene registrata in calo la produzione in Veneto. Si tratta, fa notare Assomela, di una situazione che pone
le premesse per «un buon inizio sia perché la produzione europea è inferiore rispetto allo scorso anno, sia perché quella italiana è invece nella media». Rimangono tuttavia, diverse sfide rappresentate dalla instabilità geopolitica, dagli eventi climatici estremi, dagli aumenti dei costi di produzione e dal calo generalizzato dei consumi. Quanto ragionano i produttori di mele italiane è, d’altra parte, esattamente la situazione con la quale hanno a che fare tutti gli altri imprenditori agricoli e in generale tutta la filiera agroalimentare. Senza dire dei consumatori. A questo proposito, ancora una volta Coldiretti, sulla base dei dati del primo semestre 2023, fa notare che «il caro prezzi taglia del 4,5% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani che sono però costretti però a spendere comunque il 7,3% in più a causa dei rincari determinati dall’inflazione». L’organizzazione dei coltivatori diretti poi aggiunge: «La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +9,4% nel semestre nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio». Famiglia in difficoltà, dunque, la cui situazione va di pari passo con quella delle imprese. Ancora Coldiretti fa notare come le imprese «colpite dal maltempo abbiano subito raccolti decimati e prezzi di vendita talmente bassi che in molti casi non coprono neanche i costi di produzione con il rischio dell’abbandono di interi territori. Ma a pesare sono anche i costi della logistica». Accordi di filiera e una maggior collaborazione tra le componenti del sistema agroalimentare
appaiono essere gli unici strumenti da utilizzare, seppur con grande difficoltà. © riproduzione riservata
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