Agricoli, all'Inps i contributi
martedì 7 settembre 2004
L'Inps liquida le indennità di malattia, di maternità e per tubercolosi, chieste dai piccoli coloni e dai compartecipanti familiari, sulla base delle nuove retribuzioni medie giornaliere, distinte per provincia e rivalutate da un decreto ministeriale del 24 maggio scorso. I nuovi salari di riferimento valgono per tutte le prestazioni economiche riferite all'anno 2004, riconosciute per i primi sei mesi di assistenza. Gli agricoli già indennizzati nel corso di quest'anno, ma ancora in base ai salari convenzionali per il 2003, hanno pertanto diritto alla riliquidazione della relativa indennità. Il sistema dei salari convenzionali in vigore provincia per provincia è stato in realtà sostituito dal riferimento alle retribuzioni effettive stabilite dal contratto collettivo provinciale, ormai superiori ai salari convenzionali. Gli importi effettivi, infatti, consentono di attribuire prestazioni economiche di importo più elevato. I compartecipanti, impegnati con l'intera famiglia nella coltivazione del fondo, ed i piccoli coloni (entrambi equiparati ai giornalieri di campagna) sono tuttora gli unici agricoli ai quali continua ad applicarsi il sistema dei salari medi convenzionali, un'eccezione della quale non si avverte la necessità e fonte di disparità nel settore. Contributi.A metà settembre, mese particolarmente intenso per le attività agricole, l'Inps chiama alla cassa i coltivatori diretti, i coloni, i mezzadri e gli imprenditori agricoli professionali (ex imprenditori a titolo principale). Il 16 settembre scade la seconda rata dei contributi pensionistici del 2004, da versare utilizzando il modello F24, ma le aliquote contributive sono le stesse per il 2003, eccetto la quota Inail. Per i nuovi imprenditori agricoli che intendono iscriversi negli elenchi previdenziali serve l'attestato regionale previsto dal decreto 99/04. In attesa che tutte le regioni provvedano ad organizzarsi per il rilascio del documento, l'Inps accoglie provvisoriamente le richieste d'iscrizione anche senza attestato, dopo aver verificato i requisiti di reddito e di tempo lavorato stabiliti dalla legge. è stato giustamente osservato che, essendo la materia previdenziale di esclusiva competenza dello Stato (con la solita eccezione del Trentino-Alto Adige), l'intervento delle regioni rischia di creare disparità sul territorio, tra l'altro già sperimentate in precedenza con gli imprenditori agricoli. è pertanto auspicata l'adozione di procedure uniformi ed univoche su tutto il territorio nazionale. Rinvio della pensione. L'incentivo previsto dalla nuova riforma previdenziale per favorire il posticipo del pensionamento si applicherà anche ai dipendenti del settore agricolo. Per la generalità dei lavoratori dipendenti il bonus ammonta a circa il 33 per cento della retribuzione lorda ed è esente da tasse e contributi pensionistici. Per i lavoratori agricoli l'incentivo ammonta invece al 30,92% del salario lordo.
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