“Generazione boh?” finisce sotto inchiesta
martedì 6 settembre 2016
Volere è potere? Per Susanna, campionessa di canoa, sì. Per Simone, appassionato di calcio, non proprio. Lei, fiorentina, 24 anni, ha trasformato la sua passione in lavoro. Lui, romano, 23 anni, non c'è riuscito. «Quando uno nasce quadrato non può morire rotondo», sostiene Simone, che ammette: «Piedi sì, ma testa no». Insomma, Susanna si allena non meno di sei ore al giorno e conduce una vita morigerata. Simone preferisce il divertimento alle fatiche del campo, quello di calcio. A differenza di Alessio, 19 anni, che di campi ne calpesta molti con le sue pecore. Lui e lo studio non sono mai andati d'accordo. Per questo fa il pastore ed è contento di farlo. Susanna, Simone e Alessio sono alcuni dei ragazzi della “generazione boh?”, i giovani dai 16 ai 34 anni a cui è indirizzata un'inchiesta dal titolo Generation what? (iniziata in aprile, terminerà a metà ottobre) con l'obiettivo di raccogliere milioni di risposte online alle tante domande (compresa quella se volere è potere) contenute in un questionario comune a undici Paesi europei. All'iniziativa è stato dedicato lo speciale di Rai 1 (venerdì scorso in tarda serata) condotto da due idoli dei giovanissimi: Benji & Fede, duo musicale di Modena, costituito da Benjamin Mascolo (classe 1993) e Federico Rossi (1994). Diciamo subito che i due ragazzi (non era scontato) se la sono cavata piuttosto bene, non solo cantando alcuni dei loro successi, ma anche introducendo le domande del questionario o i contributi video incorniciati inevitabilmente in un sorta di smartphone. Hanno detto la loro vari personaggi, da Max Pezzali a Samantha Cristoforetti. Si è parlato di lavori particolari e di donne che si affermano in attività ancora prettamente maschili come il pilotaggio di un aereo militare o di un elicottero della polizia. Il limite dello speciale sono state le troppe domande sul sesso, che riflettevano il grande spazio all'argomento che viene dato dal sondaggio stesso sotto al titolo non proprio edificante di “Luci rosse”, che finisce per banalizzare la stessa sessualità. È stato però interessante, per capire come sia cambiato il mondo, rivedere, subito dopo la storia di una giovanissima coppia lesbica, alcune interviste dei Comizi d'amore di Pier Paolo Pasolini. Sono di cinquant'anni fa. Sembra siano passati secoli. Nel bene e nel male.
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