Suor Xiskya, l’antesignana della missione digitale

Missionari digitali
July 29, 2025
L’uscita di questa puntata di “Missionari digitali” coincide con il “Giubileo dei missionari digitali e degli influencer cattolici”, a Roma e sul web dal 28 al 29 luglio: è l’occasione buona per fare il ritratto di suor Xiskya Valladares, che di tale missione e della sua visione in chiave ecclesiale può certamente essere considerata l’antesignana (come ho raccontato in varie occasioni nella rubrica “WikiChiesa”, che tengo su “Avvenire” dal novembre 2014) e che dai suoi social sta raccontando questo Giubileo.
suor Xiskya Valladares
suor Xiskya Valladares
Nata a León, in Nicaragua, nel 1969, suor Valladares da piccola ha vissuto 4 anni a Parigi con genitori; poi è tornata in Nicaragua fino al noviziato presso le religiose della Purezza di Maria santissima, piccola congregazione di spiritualità ignaziana. Ha un dottorato in Comunicazione e un master in Giornalismo presso l'Università CEU San Pablo di Madrid e un master in Direzione e gestione dei centri educativi presso l'Università di Barcellona; sempre in Spagna, dove oggi vive (nella comunità di Palma de Mallorca), ha studiato filologia ispanica e scienze religiose.
In calce a una sua intervista sull’ultimo numero della rivista accademica “Yachay”, monografico dal titolo “Da influencer a missionari digitali”, si dice sinteticamente che «la sua missione si è concentrata negli ultimi 10 anni sull'ascolto e sul dialogo con gli atei, lontani dalla Chiesa e gruppi discriminati, in particolare attraverso i social network». In concreto, suor Valladares ha fondato nel 2012 “iMisión”: cattolici di diversa provenienza e di ogni stato di vita «che condividono la stessa inquietudine e la stessa vocazione: evangelizzare in Internet». Corsi molto specifici (distinti a seconda dei diversi social media) ed eventi annuali ne caratterizzano l’attività, assieme a un qualificante “iDecálogo” disponibile in otto lingue, italiano compreso.
Al momento il social su cui suor Xiskya è più seguita è TikTok, con 780mila follower. Per farsi un’idea del suo stile può bastare vedere il post più cliccato (7 milioni di visualizzazioni dal luglio 2022), dove risponde alla domanda se farsi un tatuaggio con un preciso «no», seguito da un chiarimento sul rapporto tra gli insegnamenti dell’Antico e del Nuovo Testamento in merito e dal suo parere personale: «Non è qualcosa di gradevole alla vista né di estetico… ma è un fatto culturale». Non c’è bisogno di sottolineare la fiducia e la simpatia che il suo volto e la sua gestualità suggeriscono. Gli altri account sono su X, Instagram e Facebook; c’è anche un blog personale.
La consapevolezza di suor Valladares in ordine alla valenza ministeriale dell’attività dei cattolici in Rete, che le è valsa la partecipazione, su nomina papale, all’ultimo Sinodo dei vescovi, è maturata da tempo. Perciò le istituzioni della Chiesa devono farsene carico: «Tutte le diocesi dovrebbero avere un loro delegato per la missione digitale e un relativo ufficio» che lavori al suo riconoscimento e alla formazione di coloro che se ne fanno carico. «Essere fedeli al Vangelo – dichiara suor Xiskya nella succitata intervista – è essere fedeli al mandato che Gesù ci ha lasciato di andare ad annunciare la sua buona notizia “fino ai confini della terra”. Oggi quei confini sono nelle strade digitali».

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