Emmanuele Magli: prima prof di religione
27 anni, laico, diplomato in informatica, ha aperto il canale “Religione 2.0”
Basterebbe la partecipazione al Giubileo dei missionari digitali e degli influencer cattolici di fine luglio scorso (vedi il sito della Chiesa di Bologna) a certificare la convinta appartenenza di Emmanuele Magli alla categoria. Ma sono sufficienti un’occhiata ai suoi account e alle interviste che ha rilasciato per rendersi conto che la sua identità pubblica, l’ambito in cui ha scelto di coniugare lavoro e vocazione, è prima di tutto quello dell’insegnante di religione.

Vediamo subito i numeri e i relativi follower: in primo piano ci sono il canale YouTube “Religione 2.0” e l’account Instagram omonimo, con circa 50mila iscritti ciascuno: anche il nome lascia intendere, come vedremo meglio, che i contenuti prendono origine dall’insegnamento, anche se la dimensione didattica si esprime propriamente su YouTube. Gli account “eMManuele magli” e “Emmanuele Magli”, sui medesimi social, sono orientati verso contenuti più personali: i follower, di conseguenza, sono ridotti a un decimo.
Anche per Magli, come per tanti altri tra gli evangelizzatori digitali oggi più attivi, è il lockdown causato dal Covid a innescare l’attività online; nel suo caso a maggior ragione perché i video nascono nel contesto della chiusura delle scuole, della didattica a distanza e dell’urgenza, specie per chi come lui insegnava alla scuola primaria, di tenere tra maestri e bambini un contatto che passasse ugualmente dai volti e dagli sguardi. Oggi tra i post non didattici prevalgono lo «Sfaso» domenicale (breve commento al Vangelo della liturgia festiva) e i cartelli con le brevi citazioni che seleziona quotidianamente.
27 anni, laico, diplomato in informatica, quando Emmanuele Magli apre il canale “Religione 2.0”, appunto nel marzo 2020, ha già alle spalle un percorso significativo, che lui stesso racconta con trasparenza in una puntata dell’aprile 2024 del podcast “Ticket” (prodotto in collaborazione con il quotidiano lodigiano “Il Cittadino”). Da adolescente matura l’ipotesi di farsi prete, ma dopo qualche di seminario scopre il volto di un Dio che prima di tutto ama e il cui amore può essere corrisposto attraverso tanti modi e non solo nel servizio sacerdotale.
Lasciato il seminario lavora come informatico ma non smette di interrogarsi sul se e sul come coniugare fede e professione, e dopo un pellegrinaggio a Santiago de Compostela individua, forte anche delle esperienze in parrocchia come educatore, l’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica e intraprende il necessario percorso di formazione. È ancora supplente quando, come già detto, il Covid gli fa scoprire che la formazione in ambito informatico può tornargli buona per realizzare materiale didattico. Fino a poco fa ha insegnato alle elementari; oggi è alle medie e domani, chissà, spera in un approdo alle superiori.
Sulla sua missione digitale Magli dichiara: «Non è il mio lavoro». Ciò gli dona una certa distanza da insidie che ben conosce: «C’è il rischio di dire: ho ottenuto tanti “mi piace”, tante visualizzazioni, quindi sono più amato…». E una corrispondente libertà: «Finché vedo che è utile, continuo; nel momenti in cui capisco che lo sto facendo solo per me, per essere al centro… posso smettere». Di qui il consiglio che ha consegnato ai compagni di strada tramite “Famiglia cristiana” nell’imminenza del Giubileo di luglio: «Sui social è fondamentale essere autentici, essere sé stessi. Anche a costo di perdere qualche like o qualche follower».
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