Vittime o carnefici
Quali erano le opinioni politiche del signor Kenobi, ammesso che ne avesse?
Quali erano le opinioni politiche del signor Kenobi, ammesso che ne avesse? Per me questa rimane la domanda più difficile fra le tante che ancora lo riguardano. Provo a rileggere la nostra corrispondenza alla ricerca di indizi, ma non trovo nulla di dirimente. Pur non avendo conservato copia delle prime lettere che gli ho destinato (in questo la posta elettronica offre un vantaggio indiscutibile, è una specie di archivio in miniatura già ordinato per botta e risposta), ho un ricordo abbastanza nitido di aver commentato con lui i sommovimenti politici di fine 1989: giù il Muro di Berlino, giù la Cortina di Ferro, ovunque in Europa l’ebrezza della libertà e da qualche parte, in Romania, un isolato plotone di esecuzione.
Sono certo di aver dato al signor Kenobi l’occasione di esprimersi su quanto stava accadendo in modo così rapido e impensato; sono altrettanto certo che l’occasione non sia stata colta, e non per distrazione. Però c’è una frase che non ho dimenticato. L’ho trascritta su uno dei taccuini di cui mi sto servendo per ricostruire questa cronaca. «Di per sé, la giustizia sarebbe una questione abbastanza semplice – sosteneva il signor Kenobi –. Basterebbe parteggiare per le vittime e non per i carnefici. Distinguere tra carnefici e vittime, questo sì che è complicato».
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