Romanzi a macchina

Sono venticinque anni che giro con un telefono in tasca, e non sono stato neppure tra i primi a farlo.
October 21, 2025
Sono venticinque anni che giro con un telefono in tasca, e non sono stato neppure tra i primi a farlo. Per qualche tempo, mi sono limitato a un utilizzo sporadico: quando viaggiavo per lavoro, portavo con me un apparecchio da restituire a fine servizio. Altra abitudine modernissima, che ora fa sorridere. Mi ero persuaso che il signor Kenobi non si sarebbe mai adeguato alle nuove usanze, ma durante uno dei nostri incontri (questa volta eravamo a Roma, finiti per errore in un bar buio e ambiguo dalle parti di via Cavour), iniziò a manifestarsi un suono lontano, simile a un pigolio.
Imbarazzato, il signor Kenobi armeggiò nelle tasche del gilet e ne estrasse un marchingegno minuscolo, di una foggia che non avevo mai visto in precedenza e che mai più avrei rivisto. Fece scattare il meccanismo a conchiglia, disse due parole in una lingua che non comprendevo, richiuse, tornò a nascondere. «Lo sa che in Giappone scrivono romanzi con i messaggi del telefonino? – disse, come se stesse commentando una notizia di cronaca – È un primo passo, in attesa che i romanzi li scrivano direttamente le macchine». Non riesco a scacciare il sospetto che il signor Kenobi già disponesse di informazioni molto più dettagliate. Quel giorno, però, mi illusi che stesse solo cercando di trarsi d’impaccio

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