Così Wilson rilegge il “Vespro” di Monteverdi
Le celebrazioni del 450° anniversario della morte di Claudio Monteverdi (1567-1643) hanno rinnovato l'attenzione sulla straordinaria produzione del maestro cremonese, figura di primissimo piano nella rivoluzione che ha caratterizzato il panorama musicale a cavallo tra XVI e XVII secolo. Per quanto riguarda le opere da chiesa, non è la prima volta che autorevoli interpreti si cimentano in «versioni alternative» rispetto al Vespro della Beata Vergine del 1610, generalmente attingendo alla raccolta della Selva morale e spirituale (1641). L'intrepido Roland Wilson si è invece spinto ancora oltre e, a capo degli ensemble La Capella Ducale e Musica Fiata, ha ricostruito un ipotetico Vespro della Beata Vergine ricavandolo dal volume Messa a quattro voci et Salmi, pubblicato postumo nel 1650 a Venezia dall'editore Alessandro Vincenti, che nella prefazione ebbe modo di affermare: «Queste sacre reliquie dell'opere dell'Eccellentissimo Monteverde, che non senza miracolo dopo la morte di lui mi toccò pietosamente raccogliere, vengono ora pubblicate da me per soddisfare alla comun divotione...». E al grande pubblico Wilson e compagni ce le riconsegnano intatte nei loro sfavillanti colori, affiancate da alcuni Mottetti di Giovanni Rigatti (1613-1648) e Alessandro Grandi (1577-1630) e dalle Sonate di Massimiliano Neri (1623-1673). Tra il virtuosismo contrappuntistico dei salmi Dixit Dominus à 8 e Laetatus sum à 6, ma anche una versione meravigliosamente elaborata delle Litanie della Beata Vergine à 6, il genio monteverdiano si esprime qui nella sua statura assoluta, attraverso una vasta gamma di combinazioni ritmiche e timbriche, una ricchezza di soluzioni stilistiche e contrasti espressivi che segnano un punto di non ritorno per l'evoluzione della “moderna pratica”.
Claudio Monteverdi
Vespro della Beata Vergine (1650)
Roland Wilson
Deutsche Harmonia Mundi. Euro 19
Claudio Monteverdi
Vespro della Beata Vergine (1650)
Roland Wilson
Deutsche Harmonia Mundi. Euro 19
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