L’America torna, l’America se ne va

«America is back», l’America è tornata, annuncia trionfale il presidente Trump a neanche due mesi dall’insediamento
March 9, 2025
«America is back», l’America è tornata, annuncia trionfale il presidente Trump a neanche due mesi dall’insediamento. E noi che dall’Italia guardiamo, attoniti, il mondo che sembra ribaltarsi, a questa affermazione ci fermiamo, smarriti. America is back? America’s gone, bisognerebbe dire, l’America se ne è andata. Ha abbandonato l’Ucraina, ne ha umiliato il premier, di fatto si è schierata con Putin. L’Europa, scopre Trump, «è nata per fregarci»: e noi ex studenti del ’900, che sapevamo di un’Europa dal ’45 accanto agli Usa nell’Alleanza atlantica, per una pace durevole, restiamo basiti. Il grande alleato di 70 anni ci volta le spalle. La Ue, come svegliata da un lungo sonno, pensa a un riarmo da 800 miliardi di euro. Macron offre l’arsenale nucleare francese quale “ombrello” di deterrenza all’Europa. Putin prontamente gli ricorda come andò a finire a Napoleone, nella Campagna di Russia. Tu che ascolti non ci credi, che 70 anni finiscano in cinquanta giorni. America is back? Pensi alla immagine degli Usa che noi, ragazzi del secondo ’900, avevamo ereditato. Era il sogno dei migranti italiani d’inizio secolo, era la Statua della Libertà ad accoglierli con la sua torcia in mano, a New York. L’America, rifugiodi ebrei e di ogni dissidente. L’America che nel ’43 sbarcava in Sicilia e risaliva a liberare l’Italia era, nei nostri occhi, fissata nelle immagini di Paisà, con i soldati yankee che regalavano caramelle ai bambini. L’America non era poi il Liberatore che insieme alla Gran Bretagna, in un’epica incredibile impresa, approdò in Normandia, riconquistò Parigi e sconfisse il Terzo Reich? Questo era l’America per due generazioni di italiani: un gigante alle spalle, su cui confidare. E anche quanti, comunisti, sessantottini, la osteggiavano aspramente, godevano comunque di una pace e una prosperità in Europa, ampie come mai lo erano state. L’America è tornata, dice Trump, e a noi pare un brutto sogno. L’America invece se ne è andata. E non possiamo crederci, non può durare. Fra 4 anni, ci diciamo, gli americani eleggeranno un uomo che di nuovo rappresenti il grande Paese che conosciamo. Allora sì, potremo dire “America is back”: come in un film drammatico, quando alla fine arrivano i “nostri”. L’America tornerà; ma chissà che cosa noi europei saremo, nel frattempo, diventati.  

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