Il mondo capovolto e le mie mute paure
Ogni mattina, appena sveglia, apro il web dei quotidiani. Da anni, tra Ucraina e poi 7 Ottobre e Gaza, sono legnate.
Ogni mattina, appena sveglia, apro il web dei quotidiani. Da anni, tra Ucraina e poi 7 Ottobre e Gaza, sono legnate. Ma ultimamente le notizie, più che legnate, sono proprio pugni in faccia, di quelli che stendono i pugili sul ring. Trump afferma che la guerra in Ucraina non è iniziata con un’aggressione russa. Quelle centinaia di carri armati che varcavano il confine, le fosse comuni a Bucha, le città distrutte, no, non erano un’aggressione a un Paese libero. Trump sbeffeggia Zelensky: “comico modesto” e “dittatore”. Mosca applaude. L’Europa come di colpo abbandonata dal suo grande alleato, dai liberatori dell’ultima guerra. Leggi e fatichi a crederci. Speri: questo è un teatrante, domani cambia idea. L’Europa, dapprima sbigottita. Poi si levano i tedeschi, e Macron, e Londra contro le falsità di Trump. L’Italia, no. L’Italia che è sempre stata al fianco dell’Ucraina, no. Per 48 ore almeno, silenzio. Il mondo ti si sta ribaltando sotto ai piedi. L’ex premier Conte afferma che, essendo chiara fin dall’inizio la schiacciante superiorità russa, era inutile iniziare questa guerra. Teoria singolare. Allora ogni popolo attaccato da un Paese più forte dovrebbe chinare la testa, e arrendersi. La resa totale come simbolo del Nuovo Mondo, dove le grandi potenze si prendono i meno forti semplicemente allungando una mano. La vittoria sul nazionalsocialismo, la pace, l’Alleanza atlantica, l’Europa unita, tutto di colpo ti sembra lontano. Un brutto sogno, forse. Però, non riesci a svegliarti. “In qualche modo siamo in guerra”, annuncia venerdì Macron dall’Eliseo. Già, in qualche modo. Senz’altro in guerra con la verità, se Trump nega l’ aggressione russa all’Ucraina. La verità più eclatante ora censurata, nascosta. Ci adegueremo, sperando che questo basti a calmare le acque? Leggo di un grande allestire difese aeree in Europa – sognando magari un iron dome, una “cupola d’acciaio” come quella di Israele. Non riesco a credere a ciò che leggo. E non so nemmeno se abbiamo la fermezza morale e la forza per reagire. Ogni mattina, davanti allo smartphone, stupefatta e angosciata. Poi, strano, non ne parlo con nessuno. Come se certe paure nemmeno si potessero dire.
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