Trump, Meloni e quel patto contro il totalitarismo woke
Videomessaggio della premier Meloni al galà della Niaf a New York: «Ci sono forze che cercano di dividere Italia e Usa, di distruggere le tradizioni condivise»

«Ci sono forze che cercano di dividere gli Stati Uniti e l'Italia, di ridefinire la nostra storia e di distruggere le nostre tradizioni condivise». Al galà per i 50 anni della Niaf, la National Italian American Foundation, a Washington la premier Giorgia Meloni non ha potuto partecipare di persona («c'erano troppe cose da fare per il Paese che amiamo», ha spiegato) ma ha inviato un videomessaggio forte contro la "cultura woke", accusata di «cancellare la storia fondamentale degli italoamericani e di negare il loro posto speciale in questa nazione». La premier si riferiva, in particolare, al Columbus Day, la festa che celebra l'esploratore italiano e che, negli ultimi anni, è diventata controversa perché considerata una celebrazione irrispettosa nei confronti dei nativi americani. «Il Columbus Day è qui per restare», ha detto la presidente del Consiglio ringraziando Donald Trump per aver ripristinato qualche giorno fa la celebrazione.
Il presidente americano ha poi ricambiato l'omaggio della presidente del Consiglio postando un video su di lei sul suo social Truth e ripostando un tweet in cui la premier viene lodata. «Giorgia Meloni sfida l'Ue e cerca di ottenere un accordo commerciale diretto con Trump. Ben fatto Meloni. È una mossa brillante», si legge. Alle oltre duemila persone presenti nel salone delle feste dello storico hotel Hilton della capitale americana, quello davanti al quale Ronald Reagan fu ferito nel 1981, è arrivato anche un messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «I cittadini americani di origine italiane contribuiscono a fare grande gli Stati Uniti con ingegno, umanità e laboriosità», ha detto il capo dello Stato nelle dichiarazioni lette dall'ambasciatore italiano a Washington, Marco Peronaci. «I 50 anni della Niaf testimoniano l'orgoglio di essere stati parte della crescita e dello sviluppo di un popolo che ha saputo integrarsi attorno ai valori di libertà, eguaglianza e democrazia», ha aggiunto il capo dello Stato.
A rappresentare di persona il governo italiano, invece, il vice presidente della Camera Giorgio Mulè, la ministra del Turismo Daniele Santanchè, il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e quello del Lazio Francesco Rocca, la cui regione è stata ospite d'onore del galà. C'era anche la sorella della premier, Arianna Meloni. Tra i premiati quest'anno, John Elkann. «Ho una relazione di amore, con gli Stati Uniti che è il Paese in cui sono nato e una relazione di amore con l'Italia, un Paese in cui ho le mie origini», ha detto il presidente di Stellantis e Ferrari. Ma è l'affondo di Giorgia meloni contro la cultura woke a fare notizia.
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