"Nel nome della pace": in Senato un confronto fra istituzioni e imprese

L'iniziativa organizzata da Remind e dal presidente Crisafi. Per Ignazio La Russa, presidente del Senato, «è dovere di tutti ribadire che la pace è scelta di coraggio, responsabilità e visione»
September 19, 2025
Un confronto in Senato fra rappresentanti delle istituzioni e imprese sulla pace, premessa per un ritorno a uno sviluppo equo, sia economico che sociale e culturale. Si è svolto nella sala della Biblioteca “Giovanni Spadolini” l’incontro “Nel nome della Pace by Remind”, un’iniziativa organizzata dall'omonima associazione per dar vita a una piattaforma di dialogo e azione condivisa, riportando al centro dell’attenzione un tema troppo spesso trascurato. Alla manifestazione ha portato i saluti istituzionali il presidente del Senato, Ignazio La Russa, che nell'intervento ha ringraziato Remind e il presidente Paolo Crisafi «che con costanza e lungimiranza ha saputo guidare un percorso di riflessione e di impegno su un tema decisivo per il presente e l’avvenire di tutti». Il presidente dell'assemblea di palazzo Madama ha sottolineato che «la pace non è un concetto effimero, ma un impegno reale, da coltivare ogni giorno, nelle istituzioni come nella vita delle persone, nelle scelte politiche come nelle relazioni quotidiane». Ha quindi ricordato che «in un tempo in cui conflitti e divisioni continuano a minacciare la stabilità globale, è dovere di tutti — e in particolare delle istituzioni — ribadire con forza che la pace è una scelta di coraggio, di responsabilità e di visione».
Ha portato il proprio messaggio anche la ministra per le Riforme istituzionali e la Semplificazione normativa, Maria Elisabetta Casellati, che ha manifestato «il più vivo apprezzamento per questa meritoria iniziativa, con la quale ci si propone di promuovere e rafforzare una nuova sensibilità capace di affermare i valori del dialogo e della convivenza pacifica». Casellati ha ricordato che, dopo la Seconda guerra mondiale, «le grandi democrazie, risorte tra mille sacrifici, si erano impegnate solennemente a garantire che quelle atrocità non si ripetessero mai più», ma «quella promessa non è stata onorata fino in fondo». Proprio per questo, ha affermato, «non possiamo permettere che l’indifferenza prevalga: in un mondo dove molti accordi sono venuti meno e gli equilibri sono quotidianamente minacciati, ognuno di noi ha un ruolo da svolgere». Pur impossibilitata a presenziare, ha assicurato di sentirsi «idealmente partecipe a questo evento».
Di forte respiro europeo è stato l’intervento del vicepresidente del Parlamento Europeo Antonella Sberna (FdI): «Il tema di oggi – ha osservato – ruota attorno a una parola che troppo spesso è maltrattata e ostaggio di antichi rancori, di un disordine globale persistente e di una crescente assuefazione al conflitto, che ne oscurano il valore universale e ne compromettono la funzione più alta: essere fondamento di convivenza, giustizia e progresso». Sberna ha quindi richiamato le sfide più urgenti: «Guerre e conflitti che non sono più regionali ma globali; crisi umanitarie che mettono a dura prova la nostra solidarietà; minacce come terrorismo, discorso d’odio e disinformazione, che alimentano divisioni e paure; e un indebolimento delle istituzioni multilaterali che rende più difficile trovare soluzioni condivise e durature. Ma non c’è altra strada: il dialogo è l’unica via per ritrovare un equilibrio».
La definizione attualmente diffusa di pace, che la lega principalmente all’assenza di guerra, rischia di ridurre un valore universale e fondativo a una semplice negazione per monsignor Renato Tarantelli Baccari, vicegerente della Diocesi di Roma, che ha richiamato il valore spirituale e comunitario della pace, ha fatto presente come essa debba essere ripensata come estensione del significato dell’amore. Tra le "buone pratiche del Pubblico e del Privato" sono poi intervenuti e hanno raccontato le loro esperienze personali e professionali Stefano Antonio Donnarumma, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Italiane, Lamberto Giannini, prefetto di Roma, Massimo Ponzellini, presidente del comitato Remind “Autori dell’Abitare”, Giuseppe Quintavalle, direttore generale dell'Asl Roma 1, Paolo Saluzzi, vice presidente dell'Accademia Romana delle Arti, e Gabriele Scicolone, amministratore delegato Artelia Italia e consigliere delegato Remind. Saluti sono giunti anche dai senatori Antonio De Poli, Maurizio Gasparri e Massimiliano Romeo. Le conclusioni sono state a cura di Renato Loiero, consigliere del presidente del Consiglio. Per Paolo Crisafi, presidente di Remind, «la pace non è un traguardo astratto, ma una pratica che comincia da ciascuno di noi, ogni giorno. È nelle relazioni quotidiane, nei gesti di rispetto e di ascolto, che si costruisce il terreno su cui possono crescere comunità più giuste e solidali. Solo a partire da questa responsabilità personale possiamo dare forza a processi più ampi, dal dialogo sociale alla cooperazione tra Stati, capaci di prevenire conflitti e favorire lo sviluppo. Praticare la pace - ha proseguito - significa scegliere la via del confronto anziché dello scontro. È un impegno che chiama istituzioni, imprese e cittadini a condividere uno stesso orizzonte: quello di un futuro in cui la dignità e la sicurezza di ogni persona siano il fondamento del progresso collettivo». Tutti i partecipanti hanno ricordato anche la signora Adele, madre dell'organizzatore Crisafi, scomparsa alla vigilia e a cui l'evento è stato dedicato.

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