Manovra, ultimo miglio tra malumori
Anche commercio e sicurezza scontenti. Il presidente di Confesercenti lamenta pochi «interventi espansivi». Per il viceministro Leo le risorse devono «chiudersi a 18,7 miliardi». Il vicepremier Tajani: daremo segnali concreti

Ultimi ritocchi della manovra in vista del passaggio in Aula al Senato. Ogni occasione è buona per chiedere miglioramenti ai rappresentanti del Governo. Si comincia con l’Assemblea annuale di Confesercenti per arrivare alle Forze dell’ordine. Nell'incontro con i sindacati del comparto Sicurezza e Difesa, il Governo sottolinea che la legge di Bilancio per il 2026 conferma le risorse aggiuntive per difesa e sicurezza stanziate negli anni scorsi e che nuovi spazi potranno liberarsi se si chiuderà positivamente la procedura europea sugli squilibri di bilancio. Inoltre l'esecutivo ribadisce l'attenzione e l'impegno ad andare incontro alle principali esigenze rappresentate dal personale delle Forze armate, dei corpi di Polizia e dei Vigili del Fuoco. In particolare, sono stati affrontati i temi della valorizzazione delle carriere, dell'età pensionabile e delle misure di previdenza dedicata, dei tempi di liquidazione del trattamento di fine servizio, del turn over e degli interventi volti a rafforzare ulteriormente la tutela e la sicurezza del personale.
Nel corso dell’Assemblea di Confesercenti, invece, il presidente Nico Gronchi sembra soddisfatto a metà: «Nella legge di Bilancio di quest'anno hanno trovato spazio interventi sul lavoro e di sostegno ai redditi, la detassazione degli aumenti contrattuali, la tassazione ridotta per straordinari e lavoro festivo». Ma «nonostante siano interventi importanti non sono sufficienti per dimensione e portano con sé comunque due criticità», spiega il presidente di Confesercenti. Il primo problema «riguarda i circa 4,5 milioni di lavoratori del terziario e del turismo che hanno rinnovato il contratto nel 2024 e che, in questa formulazione, non sono pienamente inclusi nel beneficio», tanto che Gronchi chiede che «vengano apposti i dovuti correttivi e siamo fortemente delusi dalla bocciatura degli emendamenti che andavano in questa direzione». La seconda criticità è invece «l'assenza di una distinzione chiara tra contratti sottoscritti da soggetti realmente rappresentativi e contratti in dumping che applicano trattamenti economici inferiori e distorcono la concorrenza sul costo del lavoro. Diversamente, questo importante provvedimento previsto dalla manovra premierebbe proprio i contratti pirata. Sarebbe una beffa», chiosa Gronchi. Il fatto che l’ex Finanziaria concentri la maggior parte delle risorse sul contenimento del deficit e sulla stabilizzazione dei conti pubblici «è un'impostazione comprensibile in un quadro finanziario complesso, ma che lascia margini ridotti per interventi espansivi», conclude il presidente di Confesercenti.
Prova a rispondere il viceministro dell'Economia Maurizio Leo: «Le risorse sono quelle che abbiamo stanziato, la manovra deve chiudersi a 18,7 miliardi, questi sono i numeri. La manovra dovrebbe arrivare in Aula nei prossimi giorni, ormai siamo alle battute finali».
Mentre il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani sottolinea che «con la manovra cercheremo di dare segnali concreti: ci sarà l’iperammortamento, è stato raggiunto un compromesso sulla questione dei dividendi e quindi non ci saranno problemi per le imprese più piccole. Si è fatto anche qualche passo in avanti per aiutare l’aumento degli stipendi meno ricchi, detassando gli aumenti che arrivano con i contratti di quest’anno e del prossimo».
Tornando alle misure sulla sicurezza, Cgil e Silp Cgil non sono soddisfatte: «La riunione a Palazzo Chigi con i sindacati e i rappresentanti delle Forze di polizia e delle Forze armate si è rivelata un’occasione persa. Non sono state presentate soluzioni concrete né risorse aggiuntive per le lavoratrici e i lavoratori in divisa».
Intanto il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia e il capogruppo dem in commissione Bilancio Daniele Manca apprendono «che forse giovedì arriveranno gli emendamenti dei relatori alla manovra. È la dimostrazione che questo Governo sta apparecchiando la manovra fuori dalle sedi parlamentari, nel retrobottega della maggioranza, in uno scontro di potere tra i partiti».
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