mercoledì 28 ottobre 2020
La preghiera di Francesco per i bambini uccisi in Camerun: "Un atto crudele e insensato". Le parole ai pellegrini polacchi: tutela dei concepiti, soprattutto i più fragili
Il Papa: ogni volta che preghiamo, Gesù prega con noi e per noi

Vatican Media

COMMENTA E CONDIVIDI

"Mi unisco al dolore delle famiglie dei giovani studenti barbaramente uccisi a Cumba, in Camerun. Provo un grande sconcerto per un atto tanto crudele e insensato che ha strappato alla vita tanti piccoli innocenti che seguivano le lezioni a scuola". Così si espresso papa Francesco al termine dell'udienza generale del mercoledì. "Dio illumini i cuori perché gesti simili non siano ripetuti. Auspico che le armi tacciano e possa essere garantita la sicurezza di tutti e il diritto di ciascun giovane all'educazione e al futuro. Alle famiglie, alla città di Cumba e a tutto il Camerun esprimo il mio affetto e invoco il conforto di Dio".

Il Papa nel rivolgersi ai fedeli ha chiesto prudenza per evitare contagi da coronavirus: "In questa udienza come abbiamo fatto nelle udienze precedenti rimarrò qui, a me piacerebbe salutare ognuno, ma dobbiamo mantenere le distanze". "Questo - spiega il Papa - è contro le cure che dobbiamo avere contro questa signora che si chiama Covid e ci fa tanto male, vi saluto da qui ma vi porto nel cuore a tutti. A distanza si può pregare l'uno per l'altro".

Vatican Media

Francesco: per pregare ci vuole umiltà

“Se in una sera di orazione ci sentiamo fiacchi e vuoti, se ci sembra che la vita sia stata del tutto inutile, dobbiamo in quell'istante supplicare che la preghiera di Gesù diventi anche la nostra”. È il consiglio del Papa, nella catechesi pronunciata in Aula Paolo Vi e dedicata alla preghiera di Gesù.

“Io non posso pregare oggi, non so cosa fare, non me la sento, sono indegno”, ha proseguito a braccio: “In quel momento devo pregare Gesù: che la tua preghiera sia la mia, e che lui preghi per noi”. “Lui in questo momento è davanti al Padre, sta pregando per noi, fa vedere le piaghe al Signore”, ha detto Francesco ancora fuori testo: “Dobbiamo avere fiducia in questo”.

“Se avremo fiducia – ha assicurato – allora sentiremo una voce dal cielo, più forte di quella che sale dai bassifondi di noi stessi, bisbigliare parole di tenerezza: ‘Tu sei l’amato di Dio, tu sei figlio, tu sei la gioia del Padre dei cieli’”. “Proprio per noi, per ciascuno di noi echeggia la parola del Padre: anche se fossimo respinti da tutti, peccatori della peggior specie”, ha garantito il Papa: “Gesù non scese nelle acque del Giordano per sé stesso, ma per tutti noi”. “Era tutto popolo di Dio che si avvicinava al Giordano per pregare, per chiedere perdono, per fare quel battesimo di penitenza”, ha detto ancora a braccio: “Come dice quel teologo: ‘Si avvicinavano al Giordano nuda l’anima e nudi i piedi’. Così è l’umiltà, perché per pregare ci vuole umiltà”. Gesù, dunque, “ha aperto i cieli, come Mosè aveva aperto le acque del mar Rosso, perché tutti noi potessimo transitare dietro di Lui. Gesù ci ha regalato la sua stessa preghiera, che è il suo dialogo d’amore con il Padre. Ce lo ha donato come un seme della Trinità, che vuole attecchire nel nostro cuore”. “Accogliamolo!”, l’invito finale: “Accogliamo questo dono, il dono della preghiera. Sempre con lui, e non falliremo!”.

“Il primo atto pubblico di Gesù è la partecipazione a una preghiera corale del popolo, una preghiera penitenziale, dove tutti si riconoscevano peccatori”. Sono le parole del Papa nella catechesi dell’udienza di generale, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata alla preghiera di Gesù e al battesimo nel Giordano, “esodio della sua missione pubblica”.

Francesco ha fatto notare che quello di Gesù è un atto che obbedisce alla volontà del Padre, un atto di solidarietà con la nostra condizione umana”. “Egli prega con i peccatori del popolo di Dio”, ha detto Francesco: “Non rimane sulla sponda opposta del fiume, per marcare la sua diversità e distanza dal popolo disobbediente, ma immerge i suoi piedi nelle stesse acque di purificazione”. “Gesù non è un Dio lontano, e non può esserlo”, ha affermato il Papa: “L’incarnazione lo ha rivelato in modo compiuto e umanamente impensabile. Così, inaugurando la sua missione, Gesù si mette a capofila di un popolo di penitenti, come incaricandosi di aprire una breccia attraverso la quale tutti quanti noi, dopo di Lui, dobbiamo avere il coraggio di passare”.

“In quel giorno, sulle sponde del fiume Giordano, c’è tutta l’umanità, con i suoi aneliti inespressi di preghiera” ha commentato il Papa riferendosi all’episodio del battesimo di Gesù nel Giordano. “C’è soprattutto il popolo dei peccatori”, ha proseguito Francesco: “Quelli che pensavano di non poter essere amati da Dio, quelli che non osavano andare al di là della soglia del tempio, quelli che non pregavano perché non se ne sentivano degni”. “Gesù è venuto per tutti, anche per loro, e comincia proprio unendosi a loro”, ha sottolineato Francesco: “Pregando, Gesù apre la porta dei cieli, e da quella breccia discende lo Spirito Santo. E dall’alto una voce proclama la verità stupenda: ‘Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento’”. “Questa semplice frase racchiude un immenso tesoro”, ha commentato il Papa: “ci fa intuire qualcosa del mistero di Gesù e del suo cuore sempre rivolto al Padre”. “Nel turbinio della vita e del mondo che arriverà a condannarlo, anche nelle esperienze più dure e tristi che dovrà sopportare, anche quando sperimenta di non avere un posto dove posare il capo, anche quando attorno a Lui si scatenano l’odio e la persecuzione, Gesù non è mai senza il rifugio di una dimora”, ha spiegato Francesco: “Abita eternamente nel Padre. Ecco la grandezza unica della preghiera di Gesù: lo Spirito Santo prende possesso della sua persona e la voce del Padre attesta che Lui è l’amato, il Figlio in cui Egli pienamente si rispecchia”.

Ricordato san Giovanni Paolo II e il suo impegno per la tutela di ogni essere umano

Il 22 ottobre scorso "abbiamo celebrato la memoria liturgica di san Giovanni Paolo II, in questo anno centenario della sua nascita. Egli ha sempre esortato a un amore privilegiato per gli ultimi e gli indifesi e per la tutela di ogni essere umano, dal concepimento fino alla morte naturale".
Così papa Francesco durante i saluti ai fedeli di lingua polacca. "Per intercessione di Maria Santissima e del Santo Pontefice polacco, chiedo a Dio - ha affermato - di suscitare nei cuori di tutti il rispetto per la vita dei nostri fratelli, specialmente dei più fragili e indifesi, e di dare forza a coloro che la accolgono e se ne prendono cura, anche quando ciò richiede un amore eroico".

IL VIDEO DELLA CATECHESI

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: