lunedì 9 gennaio 2023
Nessuna indiscrezione sui contenuti dell'udienza, peraltro non straordinario essendo il segretario particolare di Ratzinger prefetto della Casa Pontificia
Papa Francesco con monsignor Georg Ganswein in una foto del 2020

Papa Francesco con monsignor Georg Ganswein in una foto del 2020 - Ansa

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Papa Francesco oggi ha ricevuto in udienza monsignor Georg Gänswein. Un incontro non straordinario essendo il segretario particolare di Ratzinger prefetto della Casa Pontificia. Ma dietro a cui alcuni osservatori hanno voluto leggere significati speciali alla luce dei recenti interventi di Gänswein stesso che in alcune interviste e nelle anticipazioni del libro “Nient’altro che la verità” di prossima uscita ha attribuito al Papa emerito profondo dolore per il motu proprio “Traditionis custodes” di Francesco che riformava la possibilità di celebrare la Messa in latino a distanza di 14 anni dal “Summorum Pontificum” promulgato da Ratzinger nel 2007.

Parlando di se stesso invece l’arcivescovo ha detto si essersi sentito un “prefetto dimezzato” quando gli venne chiesto di occuparsi soltanto del Papa emerito. Inutile dire che si tratta di prese di posizione destinate a suscitare polemiche e divisioni, creando sconcerto e stupore tra i fedeli. Tanto più che sin dal giorno in cui annunciò la propria rinuncia Benedetto XVI assicurò la propria incondizionata reverenza e obbedienza al successore. Atteggiamenti testimoniati durante gli anni da emerito nel monastero vaticano Mater Ecclesiae, contraddistinti da un grande affetto reciproco tra lui e Francesco. Un clima che oggi qualcuno vorrebbe riscrivere e alla cui difesa, con documenti e fatti alla mano, sono intervenuti presuli e cardinale, come Walter Kasper già presidente del Dicastero per l’unità dei cristiani. In Rete e sui social inoltre sono numerose le condivisioni della “lettera aperta” in cui un sacerdote della diocesi di Bergamo, don Alberto Varinelli, invita Gänswein a bloccare la pubblicazione del suo libro. «Eccellenza – scrive don Varinelli – come fece papa Benedetto, dichiarandolo in sede di rinuncia, esamini attentamente e ripetutamente anche lei la sua coscienza dinanzi a Dio e se emergerà che quel testo è una raccolta di risentimenti e attacchi, pur con tutte le conseguenze che vi faranno seguito, ne blocchi immediatamente la stampa e il commercio. Sarà un atto nobile di un vescovo che sta dalla parte della verità, senza cedere a simpatie o alla tentazione del risentimento».

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