lunedì 11 luglio 2022
E' la parabola del buon Samaritano al centro della riflessione di Papa Francesco prima della recita dell'Angelus di questa domenica
Gli appelli del Papa per Ucraina e Sri Lanka: non ignorare il grido dei poveri
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E' la parabola del buon Samaritano al centro della riflessione di Papa Francesco prima della recita dell'Angelus di questa domenica. Il Vangelo ci dice che era una persona in viaggio ma che ha saputo vedere le necessità dell'uomo ferito sulla strada e fermarsi a soccorrerlo. Il Papa invita tutti a chiedere al Signore "di farci uscire dalla nostra indifferenza" per "fare quello che possiamo" per quanti sono nel bisogno. Sapersi in viaggio e mai sentirsi una persona arrivata. Guardare lontano ponendo attenzione al cammino che si sta compiendo e a chi s’incontra sulla via: sono questi i temi che Francesco ha menzionato commentando all’Angelus la parabola del buon Samaritano, la pagina del Vangelo di Luca proposta dalla liturgia domenicale.

Il Vangelo insegna poi ad accorgersi degli altri, ad avere compassione e ad agire come quel Samaritano. Il Papa ha fatto notare che leggere questa parabola del Vangelo può suscitare due sentimenti: “colpevolizzare o colpevolizzarsi”. Puntare il dito verso altri, simili ai due che non si sono fermati, o verso se stessi ricordando le proprie disattenzioni. Ma il Papa ha suggerito “un altro tipo di esercizio” e ha aggiunto: "Certo, dobbiamo riconoscere quando siamo stati indifferenti e ci siamo giustificati, ma non fermiamoci lì. Questo dobbiamo riconoscere, è uno sbaglio. Ma chiediamo al Signore di farci uscire dalla nostra indifferenza egoistica e di metterci sulla Via. Chiediamogli di vedere e avere compassione, questa è una grazia - dobbiamo chiedere al Signore: 'Signore che io veda, che io abbia compassione come tu vedi me e tu hai compassione di me', questa è la preghiera che oggi suggerisco a voi, – che abbiamo compassione di coloro che incontriamo lungo il cammino, soprattutto di chi soffre ed è nel bisogno, per avvicinarci e fare quello che possiamo per dare una mano".
Il Papa, inoltre ha sottolineato l'importanza di toccare il bisognoso, di guardare gli occhi delle persone che soffrono perché la carità che facciamo non sia per noi, per la nostra coscienza, ma per loro. "Vi lascio questo pensiero - ha riflettuto ancora Francesco - : vedere e avere compassione". E’ un cammino di crescita, conclude, e la Vergine Maria ci è compagna di viaggio: che lei ci aiuti "a diventare sempre più ‘discepoli della Via’”.

Sono seguiti diversi appelli. Nuovo ed ennesimo richiamo del Papa affinché si metta termine alla "folle guerra" in Ucraina. "Rinnovo la mia vicinanza al popolo ucraino, quotidianamente tormentato dai brutali attacchi di cui fa le spese la gente comune", ha scandito Francesco oggi all'Angelus in Piazza San Pietro. "Prego per tutte le famiglie, specialmente per le vittime, i feriti, i malati; prego per gli anziani e per i bambini - ha aggiunto -. Che Dio mostri la strada per porre fine a questa folle guerra!".

All'Angelus il Pontefice ha pronunciato appelli anche per le preoccupanti situazioni nello Sri Lanka e in Libia. "Mi unisco al dolore del popolo dello Sri Lanka - ha affermato -, che continua a subire gli effetti dell'instabilità politica ed economica. Insieme ai vescovi del Paese, rinnovo il mio appello alla pace e imploro coloro che hanno autorità di non ignorare il grido dei poveri e le necessità della gente". E subito dopo ha rivolto "un pensiero speciale al popolo della Libia, in particolare ai giovani e a tutti coloro che soffrono a causa dei gravi problemi sociali ed economici del Paese", esortando "tutti a cercare nuovamente soluzioni convincenti, con
l'aiuto della comunità internazionale, attraverso il dialogo costruttivo e la riconciliazione nazionale".

Sempre all'Angelus, il Papa ha infine evidenziato come si sia celebrata la Domenica del Mare. "Ricordiamo tutti i marittimi, con stima e riconoscenza per il loro prezioso lavoro, come pure i cappellani e i volontari di 'Stella Maris'", ha aggiunto, affidando quindi "alla Madonna i marittimi che si trovano bloccati in zone di guerra, perché possano tornare a casa".

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