giovedì 7 marzo 2024
Francesco ha ricevuto la Commissione per la tutela dei minori. Raccomandando di continuare nell'impegno con interventi di prevenzione e di aiuto
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Nella lotta agli abusi, mai dimenticare l'ascolto e la compassione per le vittime. È una delle raccomandazioni del Papa nell'udienza ai Membri della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, in occasione della loro Assemblea Plenaria. Francesco, come anche nell'altra udienza di oggi, 7 marzo, non è riuscito a leggere il testo preparato, a motivo della bronchite dalla quale non è ancora guarito del tutto, affidando la lettura al collaboratore monsignor Pierluigi Giroli.

La missione della Commissione, ha detto, è «aiutare a rendere la Chiesa un luogo sempre più sicuro per i minori e gli adulti più fragili». Di qui il suo invito a moltiplicare gli sforzi in questa direzione. «Di fronte allo scandalo degli abusi e alla sofferenza delle vittime - ha fatto notare - potremmo scoraggiarci, perché la sfida di ricostruire il tessuto di vite infrante e di guarire il dolore è grande e complessa. Ma non deve venire meno il nostro impegno; anzi, vi incoraggio ad andare avanti, perché la Chiesa sia sempre e dappertutto un luogo dove ciascuno possa sentirsi a casa e ogni persona sia ritenuta sacra».

Il Papa ha messo l'accento sulla cura delle vittime. L'atteggiamento deve essere quello di Gesù: «La sua
compassione, il suo modo di toccare le ferite dell’umanità, il suo Cuore trafitto d’amore per noi». Dunque «la vicinanza alle vittime di abuso non è un concetto astratto: è una realtà molto concreta, fatta di ascolto, di interventi, di prevenzione, di aiuto. Siamo chiamati tutti – in particolare le autorità ecclesiastiche – a conoscere direttamente l’impatto degli abusi e a lasciarci scuotere dalla sofferenza delle vittime, ascoltando direttamente la loro voce e praticando quella prossimità che, attraverso scelte concrete, le sollevi, le aiuti e prepari un futuro diverso per tutti». Per questo, ha aggiunto il Pontefice, «non deve accadere che questi fratelli e sorelle non vengano accolti e ascoltati, perché questo può aggravare moltissimo la loro sofferenza. C’è bisogno di prendersene cura con un impegno personale, così come è necessario che ciò sia portato avanti con l’aiuto di collaboratori competenti»
Infine il Papa ha invitato a rafforzare la collaborazione con le Chiese locali. «Col tempo - ha concluso -, ciò darà vita a una rete di solidarietà con le vittime e con coloro che promuovono i loro diritti, specialmente dove le risorse e l’esperienza scarseggiano».
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