sabato 24 novembre 2018
In Vaticano, l’Incontro internazionale delle corali. In Aula Paolo VI il convegno: “Musica nella liturgia e nella catechesi per la nuova evangelizzazione”
Il Papa alle corali: «Animate il canto dell'assemblea, non sostituitelo»
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«La Chiesa è consapevole che i popoli possiedono una "propria tradizione musicale" con la quale sentono l’esigenza di esprimere i propri sentimenti. Attraverso queste musiche e canti si dà voce anche alla preghiera e in questo modo si forma una vera corale internazionale, dove all’unisono sale al Padre di tutti la lode e la gloria del suo popolo». Lo ha detto papa Francesco durante l’udienza ai partecipanti all’incontro internazionale delle Corali, ricevuti stamani nell’Aula Paolo VI. IL TESTO INTEGRALE

«La vostra presenza, mentre fa risaltare l’internazionalità dei vostri rispettivi Paesi, permette di cogliere l’universalità della Chiesa e le sue diverse tradizioni». Nelle parole del pontefice la consapevolezza che «il vostro canto e la vostra musica, soprattutto nella celebrazione dell’Eucaristia, rendono evidente che siamo un solo Corpo e cantiamo con una sola voce la nostra unica fede». «Anche se parliamo lingue diverse – ha aggiunto -, tutti possono comprendere la musica con cui cantiamo, la fede che professiamo e la speranza che ci attende».

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Il Papa ha poi messo in guardia dalla tentazione di «un protagonismo che offusca il vostro impegno e umilia la partecipazione attiva del popolo alla preghiera», «non fate la prima donna», ha aggiunto parlando a braccio. «Siate animatori del canto di tutta l’assemblea e non sostituitevi a essa, privando il popolo di Dio di cantare con voi e di dare testimonianza di una preghiera ecclesiale e comunitaria».

Dopo aver chiesto di «non svalutate le altre espressioni della spiritualità popolare: le feste patronali, le processioni, le danze e i canti religiosi del nostro popolo», il Papa ha indicato la musica come «uno strumento di unità» per «rendere efficace il Vangelo nel mondo di oggi, attraverso la bellezza che ancora affascina e rende possibile credere, affidandosi all’amore del Padre».

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