
Il Papa con le famiglie dei dipendenti della Santa Sede e del Governatorato - Reuters
Il Papa torna a condannare il parlar male degli altri, cioè il chiacchiericcio, e invita a essere coerenti con il benedire. Esortazione rivolta anche e soprattutto ai suoi collaboratori. Poi, ai dipendenti della Santa Sede e del Governatorato della Città del Vaticano lancia un messaggio di distensione: se ci sono problemi parliamone e dialoghiamo.
Infine un pensiero al «lavoro nascosto dei minutanti, che nella loro stanze preparano una lettera affinché una madre, un carcerato, un anziano possano ricevere la benedizione del Papa. Lettere che poi io firmo». Quindi cita un aneddoto. C’era uno di loro «un santo sacerdote» che sulla parte interna della porta del suo ufficio aveva affisso la scritta: «Il mio lavoro è umile, umiliato e umiliante». «Una visione un po’ pessimistica - commenta papa Bergoglio - ma è positiva l’idea dell’umiltà come via per benedire».
Prima del discorso del Pontefice è il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, a indirizzargli il saluto dei presenti, ricordando l’intensa attività del Papa nell’anno che sta per finire: il Sinodo, i viaggi apostolici e la recente enciclica “Dilexit nos”, tra le altre cose. Il porporato, che Francesco ringrazia con una battuta («non invecchia mai il cardinale Re»), gli assicura infine l’affetto, la preghiera e il sostegno di tutta la Curia. Il Papa ricambia donando a ognuno, durante i saluti individuali, due volumi della Libreria Editrice Vaticana. “La gloria dei buoni a nulla. Guida spirituale per accogliere l’imperfezione” del domenicano Sylvain Detoc e “La grazia è un incontro. Se Dio ama gratis, perché i comandamenti?” Di Adrien Candiard, anche lui domenicano.
Francesco si sposta quindi nell’Aula Paolo VI dove entra camminando con il solo ausilio del bastone, così come aveva già fatto nell’Aula delle Benedizioni. A volte però gli si sente un po’ di affanno nella voce. E infatti nel pomeriggio di ieri la Sala Stampa della Santa Sede ha fatto sapere che «a causa dell’intenso freddo e dei sintomi di raffreddore manifestatisi nei giorni scorsi» il Papa oggi reciterà l’Angelus nella Cappella di Santa Marta «anche in vista degli impegni della prossima settimana».
Nel discorso scritto il Pontefice aveva espresso la sua «gratitudine a ciascuno per il lavoro che fate, sia a beneficio della Città del Vaticano che della Chiesa universale». Quindi, sempre a proposito del lavoro, aveva aggiunto: «Quello che fate è certamente tanto. Passando per le strade e nei cortili della Città del Vaticano, nei corridoi e negli uffici dei vari Dicasteri e nei diversi luoghi di servizio, la sensazione è di trovarsi come in un grande alveare». In tal modo, aveva sottolineato, si contribuisce all’opera di salvezza di Cristo e della Chiesa. Infine la raccomandazione di tenere sempre unite le famiglie, di pregare insieme, di giocare con i bambini e di non abbandonare i nonni.
Per concludere l’incontro il Papa è sceso poi tra i dipendenti (diverse centinaia i presenti) distribuendo caramelle e cioccolate ai numerosi bimbi, stringendo le mani e posando per alcune foto ricordo.