venerdì 8 luglio 2022
Dal Pontefice grande apprezzamento per O’ Malley. Delle due sezioni in cui è divisa la Dottrina della fede una riguarda i processi contro queste violenze
Nella lotta contro gli abusi la tolleranza zero è irreversibile

Reuters

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Per papa Francesco la tolleranza zero contro gli abusi è irreversibile. Il Pontefice lo afferma a chiare lettere nella quinta, e ultima, puntata dell’intervista con Phil Pullella dell’agenzia Reuters, dedicata alla lotta contro questo grave problema. «La Chiesa – afferma il Vescovo di Roma – ha cominciato la tolleranza zero lentamente, ed è andata avanti. Su questo credo che sia irreversibile la direzione presa. È irreversibile. Oggi questo è un problema che non si discute».

Rispondendo a una domanda sulle resistenze che in alcuni casi si incontrano a livello locale nell’applicazione delle misure contro gli abusi, Francesco osserva: «C’è resistenza ma ogni volta c’è più coscienza che questa è la strada». Il Papa quindi ricorda la suddivisione del Dicastero per la Dottrina della fede in due sezioni, dedicandone una ai processi sugli abusi e ha commentato: «Le cose stanno andando bene». Francesco cita poi un recente incontro con dei visitatori che gli ricordavano come nel loro Paese circa il 46 per cento degli abusi avvenga nell’ambito familiare, osservando che «questo è terribile». Dopo aver ricordato ciò che dimostrano le statistiche, il Papa ha aggiunto: «Ma questo non giustifica nulla. Anche se ci fosse un solo caso, sarebbe vergognoso. E dobbiamo lottare per un solo caso. Questo non va, perché (l’abuso) è uccidere la persona che io devo salvare. Io come sacerdote devo aiutare a crescere e salvare questa gente. Se io abuso, li uccido. Questo è terribile».

«Tolleranza zero», ha concluso Francesco, elogiando il lavoro del cardinale arcivescovo di Boston e della Commissione per la tutela dei minori: «E qui, chapeau al cardinale O’Malley, che è un coraggioso, quest’uomo. Lui ha il coraggio da cappuccino, proprio, un grande uomo. E anche la commissione per la tutela dei minori, che sta lavorando bene, adesso con padre Small (padre Andrew, segretario della Commissione, ndr), che è un altro coraggioso, lui lavora bene. Io appoggio totalmente questo».

Parole di elogio nei confronti del porporato cappuccino il Papa le aveva pronunciate lo scorso 29 aprile, ricevendo in udienza i membri della pontificia Commissione per la tutela dei minori. «Ringrazio il cardinale O’Malley – aveva detto – per le sue parole di introduzione; e ringrazio tutti voi per la dedizione al lavoro di protezione dei bambini, sia nella vostra vita professionale sia nel servizio ai fedeli. I minori e le persone vulnerabili sono oggi più sicuri nella Chiesa anche grazie al vostro impegno.

Grazie davvero. E vorrei ringraziare il “gran testardo” di questa causa che è il cardinale O’Malley, che va avanti contro tutto, ma l’ha portata avanti. Grazie, grazie!». In quella occasione il Pontefice aveva sottolineato che con la Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium ha «formalmente istituito la Commissione come parte della Curia Romana, nell’ambito del Dicastero per la Dottrina della Fede».

«Forse qualcuno – aveva aggiunto – potrebbe pensare che questa collocazione possa mettere a rischio la vostra libertà di pensiero e di azione, o forse anche togliere importanza alle questioni di cui vi occupate. Questa non è la mia intenzione e non è la mia aspettativa. E vi invito a vigilare affinché ciò non accada». In particolare poi il Papa aveva chiesto alla Commissione di preparare «annualmente» un «rapporto sulle iniziative della Chiesa per la protezione dei minori e degli adulti vulnerabili».

«Questo - spiegava - potrà essere difficile all’inizio, ma vi chiedo di incominciare da dove sarà necessario in modo da poter fornire un rapporto affidabile su ciò che sta accadendo e su ciò che deve cambiare, in modo che le autorità competenti possano agire». Infine Francesco aveva esortato ad aiutare le Conferenze episcopali «a realizzare appositi centri dove le persone che hanno subito abusi e i loro familiari possano trovare accoglienza e ascolto ed essere accompagnate in un cammino di guarigione e di giustizia».

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