lunedì 5 giugno 2023
Nell'Angelus della Solennità della Santissima Trinità, il Papa sottolinea che "possiamo pensare Dio attraverso l’immagine di una famiglia riunita a tavola". La vicinanza del Papa all’Ucraina in guerra
Il Papa: Dio è amore, teniamo la porta sempre aperta per accogliere tutti

ANSA

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Padre e Figlio, “un’immagine familiare” che, afferma il Papa, “scardina il nostro immaginario su Dio”. La parola stessa “Dio”, infatti, suggerisce “una realtà singolare, maestosa e distante, mentre sentir parlare di un Padre e di un Figlio ci riporta a casa”. Sì, possiamo pensare Dio così, attraverso l’immagine di una famiglia riunita a tavola, dove si condivide la vita. Del resto, quella della mensa, che allo stesso tempo è un altare, è un simbolo con cui certe icone raffigurano la Trinità. È un’immagine che ci parla di un Dio comunione. Padre, Figlio, e Spirito Santo: comunione.

Attenzione, però, è un’immagine ma non solo un’immagine: “È realtà!”, afferma Papa Francesco. Realtà effusa dallo Spirito Santo, il quale “ci fa gustare, ci fa assaporare la presenza di Dio: la presenza di Dio, sempre vicina, compassionevole e tenera”. L’invito è quindi “quello di stare a tavola con Dio per condividere il suo amore”. Che è “ciò che succede in ogni Messa, all’altare della mensa eucaristica, dove Gesù si offre al Padre e si offre per noi”. Sì, fratelli e sorelle, il nostro Dio è comunione d’amore: così ce lo ha rivelato Gesù. E sapete come possiamo fare a ricordarlo? Con il gesto più semplice, che abbiamo imparato da bambini: il segno della croce. Con il gesto più semplice, con questo segno della croce

“Tracciando la croce sul nostro corpo ci ricordiamo quanto Dio ci ha amato, fino a dare la vita per noi”, sottolinea Papa Francesco, che invita ognuno dei presenti nella Piazza, a cominciare da lui stesso, a fare questo gesto. Forse adesso, ognuno di noi, e tutti insieme, facciamo il segno della Croce su di noi… “Il suo amore ci avvolge completamente, dall’alto in basso, da sinistra a destra, come un abbraccio che non ci abbandona mai”. E al tempo stesso ci impegniamo “a testimoniare Dio-amore”, dice.

Lo facciamo? Cioè, “testimoniamo Dio-amore” nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità, nella nostra vita? “Oppure Dio-amore è diventato a sua volta un concetto, qualcosa di già sentito, che non smuove e non provoca più la vita?”. Le nostre comunità sanno amare? E la nostra famiglia… Sappiamo amare in famiglia? Offriamo a tutti il cibo del perdono di Dio e il vino della gioia evangelica?

Il Papa invita a riflettere e, a braccio, aggiunge: "Dio è amore, Dio è Padre, Figlio, e lo Spirito Santo, e ha dato la vita per noi, per questa croce".

Infine rivolge una preghiera alla Vergine Maria perché “ci aiuti a vivere la Chiesa come quella casa in cui si ama in modo familiare”.

Dopo l'Angelus
Al termine della catechesi, Francesco - come già nel telegramma di ieri a firma del cardinale segretario di Stato - assicura la sua vicinanza ai feriti e i familiari delle vittime dell’incidente ferroviario in India.

Poi affida alla Madonna “le popolazioni provate dal flagello della guerra”, specialmente la “martoriata” Ucraina.

Da qui un “saluto speciale” ai rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri che il 5 giugno celebrano la loro festa: “Ringrazio per la vicinanza alla popolazione”, dice il Papa. “La Virgo Fidelis, che è vostra patrona, protegga voi e le vostre famiglie”.


IL TESTO INTEGRALE DELL'ANGELUS


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