lunedì 21 marzo 2022
Francesco: “Tutto questo è disumano! Anzi, è anche sacrilego, perché va contro la sacralità della vita umana, soprattutto contro la vita umana indifesa, che va rispettata e protetta, non eliminata"
Il Papa: la guerra di aggressione all’Ucraina è disumana e sacrilega
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Il Papa dopo la preghiera mariana dell’Angelus ricorda che “non si arresta, purtroppo, la violenta aggressione contro l’Ucraina, un massacro insensato dove ogni giorno si ripetono scempi e atrocità. Non c’è giustificazione per questo”. Francesco supplica “tutti gli attori della comunità internazionale perché si impegnino davvero nel far cessare questa guerra ripugnante”. Anche questa settimana, aggiunge, “missili e bombe si sono abbattuti su civili, anziani, bambini e madri incinte”.

Il Papa ricorda che il 19 marzo, nella solennità di San Giuseppe, è andato a trovare i bambini feriti arrivati dall’Ucraina e ricoverati all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù a Roma: “A uno manca un braccio, l’altro è ferito alla testa … Bambini innocenti”. Il Pontefice pensa anche “ai milioni di rifugiati ucraini che devono fuggire lasciando indietro tutto". E prova "un grande dolore per quanti non hanno nemmeno la possibilità di scappare”.

Tanti nonni, ammalati e poveri, separati dai propri familiari, tanti bambini e persone fragili restano a morire sotto le bombe, senza poter ricevere aiuto e senza trovare sicurezza nemmeno nei rifugi antiaerei. Tutto questo è disumano! Anzi, è anche sacrilego, perché va contro la sacralità della vita umana, soprattutto contro la vita umana indifesa, che va rispettata e protetta, non eliminata, e che viene prima di qualsiasi strategia! Non dimentichiamo: è una crudeltà, disumana e sacrilega! Preghiamo in silenzio per quanti soffrono.

Francesco sottolinea che è consolante sapere che “alla popolazione rimasta sotto le bombe non manca la vicinanza dei Pastori, che in questi giorni tragici stanno vivendo il Vangelo della carità e della fraternità”. Francesco spiega di aver sentito “in questi giorni alcuni di loro al telefono”: “sono vicini al popolo di Dio”. A loro esprime la propria gratitudine per questa testimonianza, per il sostegno offerto “a tanta gente disperata”. Il pensiero di Francesco va anche al nunzio apostolico, monsignor Visvaldas Kulbokas, che dall’inizio della guerra è rimasto a Kiev insieme ai suoi collaboratori: “con la sua presenza mi rende vicino ogni giorno al martoriato popolo ucraino”.

Stiamo vicini a questo popolo, abbracciamolo con l’affetto e con l’impegno concreto e con la preghiera. E, per favore, non abituiamoci alla guerra e alla violenza! Non stanchiamoci di accogliere con generosità, come si sta facendo: non solo ora, nell’emergenza, ma anche nelle settimane e nei mesi che verranno. Perché voi sapete che al primo momento, tutti ce la mettiamo tutta per accogliere, ma poi, l’abitudine ci raffredda un po’ il cuore e ci dimentichiamo. Pensiamo a queste donne, a questi bambini che con il tempo, senza lavoro, separate dai loro mariti, saranno cercate dagli “avvoltoi” della società. Proteggiamoli, per favore.

Papa Francesco invita infine ogni comunità e ogni fedele a unirsi a lui venerdì 25 marzo, Solennità dell’Annunciazione, “nel compiere un solenne Atto di consacrazione dell’umanità, specialmente della Russia e dell’Ucraina, al Cuore immacolato di Maria, affinché Lei, la Regina della pace, ottenga al mondo la pace”. Nello stesso giorno, lo stesso atto sarà compiuto a Fatima dal cardinale Konrad Krajewski come inviato del Papa.


L'ANGELUS

Francesco: il male non viene da Dio, ma dai peccati dell'uomo

Nel Vangelo di ieri Gesù spiega che disgrazie e sventure non sono da attribuire a Dio. Allo stesso modo, afferma il Papa all’Angelus, i terribili fatti di queste settimane non sono un castigo dell’Onnipotente. “È il peccato che produce la morte; sono i nostri egoismi a lacerare le relazioni; sono le nostre scelte sbagliate e violente a scatenare il male”. La vera soluzione è la conversione. Mentre tragiche notizie accompagnano questi giorni e ci si sente impotenti dinanzi al male, IL Papa rilancia interrogativi che oggi sorgono spontanei: “Si tratta forse di un castigo di Dio? È Lui a mandare una guerra o una pandemia per punirci dei nostri peccati? E perché il Signore non interviene?”. Il Pontefice richiama, a tal proposito, l’insegnamento offerto da Gesù nel Vangelo odierno in cui commenta alcuni fatti di cronaca e contesta l’idea di imputare a Dio i nostri mali.

IL TESTO COMPLETO DELL'ANGELUS

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