«Via il denaro contante». Accadrà, certo. E abbandoniamo la (il)logica dei condoni
giovedì 13 giugno 2019

Gentile direttore,

già alcuni anni fa rimasi colpito dalla proposta che Milena Gabanelli fece all’allora presidente del Consiglio Monti, quella di eliminare il denaro contante. Oggi le propongo di fare la stessa proposta ma agli italiani, a tutti quelli che vogliono meno corruzione, meno riciclaggio, meno lavoro nero, meno caporalato, meno evasione fiscale. E desiderano invece avere più sanità, più scuola davvero buona, più trasporto pubblico, più rispetto per l’ambiente, più tutela dei beni comuni... Credo, insomma, che sia il momento giusto per fare tutti insieme una azione comune che smonti le basi della corruzione. Aboliamo il denaro contante e/o convinciamo tutti i cittadini che è virtuoso pagare con il bancomat. Si troveranno tante obiezioni e verranno posti tanti ostacoli, ma sarebbe sufficiente raggiungere tre obiettivi iniziali: moneta elettronica (ovvero bancomat) obbligatoria per le giocate d’azzardo, specie alle slot macchine; eliminare le banconote da 100, 200 e 500euro; obbligare i supermercati a smettere di accettare contante su- periore ai 50 euro. Sarebbe opportuno effettuare tutti i pagamenti degli stipendi solo con bonifico bancario, anche e soprattutto in agricoltura. Eliminare il denaro contante farebbe risparmiare alle banche spese per la sicurezza, diminuirebbero anche le rapine sia in banca sia nei negozi e gli istituti di credito potrebbero diminuire, a loro volta, i costi della moneta elettronica. In Europa c’è un Paese, la Svezia, che ha deciso di diventare il primo paese cashless. È importante fare pubblicità a scelte come questa! Naturalmente la proposta non è applicabile di colpo, completamente, si può iniziare per gradi. Chiudo con un giudizio sulla proposta del ministro Salvini di un condono per il denaro contante tenuto nascosto nelle cassette di sicurezza delle banche. Trovo che sia sbagliata e addirittura incivile. Non si può distinguere fra contante frutto di evasione fiscale e contante frutto di attività criminali sporco (riciclaggio, droga, corruzione). In quest’ultimo caso dovrebbe scattare la galera, non una tassa che ripulisce tutto!

Enrico Reverberi

Credo, gentile signor Reverberi, che la moneta elettronica sia il futuro. Un futuro sempre più prossimo. Per quel che vale l’ho già scritto e l’ho fatto argomentare, anch’io, più volte. E per non limitarmi a parlare ho deciso, già da anni, di tentare di abolire personalmente l’uso del denaro contante. Ci sono riuscito quasi del tutto, così come riesco senza grandi difficoltà a farmi fare regolari ricevute e fatture dalle persone alle quali mi rivolgo. Penso anche che dalla fantasia malata di malviventi e di malfattori salteranno fuori sempre nuovi modi per manomettere o aggirare misure e sistemi anti-corruzione e anti-evasione fiscale, persino i più radicali come l’abolizione del contante. Ritengo tuttavia che la fantasia dei governanti e delle persone perbene non debba essere da meno, e sono convinto che se si decide di imboccare strade diritte e ben lastricate, tutto diventa più semplice per gli onesti e più complicato per i disonesti che sguazzano nei pantani e sfruttano i labirinti. Quanto all’ipotesi di uno “scudo” sui soldi tenuti nell’ombra grazie alle cassette di sicurezza, capisco che possa essere concepita, ma non mi convince come ogni forma di condono (su “Avvenire” l’abbiamo ripetuto, lustro dopo lustro, a governi di ogni colore... purtroppo spesso inutilmente). Perché? Perché non c’è evasione che la (il)logica dei condoni abbia mai sgominato, mentre c’è tanta evasione che dai condoni è stata incentivata... Meglio svuotare il male, che continuare ad alimentarlo. Meglio non dar ragione (e attestato da “furbi”) ai disonesti e agli opachi. Meglio non dar torto agli onesti e ai trasparenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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