mercoledì 26 novembre 2014
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​Ferguson, Missouri, è in fiamme, come quattro mesi fa. La differenza, rispetto all’indomani dell’uccisione del diciottenne nero e disarmato Michael Brown da parte di un poliziotto bianco, è che nel frattempo tutti hanno avuto conferma dei loro peggiori sospetti. La comunità afroamericana temeva che l’agente Wilson non sarebbe nemmeno finoto sotto processo. Le forze dell’ordine, e buona parte dei bianchi d’America, andavano dicendo che i neri non sarebbero riusciti a dimostrare pacificamente. Hanno avuto tutti ragione. Purtroppo.«Ora la riconciliazione è più difficile», scriveva ieri un commentatore americano. Ed è strano e deprimente leggere quella parola sessant’anni dopo l’avvio del movimento per i diritti civili degli afroamericani negli Usa. Bianchi e neri d’America devono ancora riconciliarsi. Invece la cronaca continua a confermare i loro più radicati preconcetti. Neri aggressivi di cui aver paura. Bianchi che si proteggono fra di loro (nove dei dodici giurati di Ferguson erano bianchi).Nessuna persona decente negli Stati Uniti ammetterebbe di credere a una predisposizione dei neri al crimine. Nessuno direbbe che la pelle scura rende una persona meno umana. Ma «il trucco più astuto del diavolo è aver convinto il mondo che non esiste», diceva il personaggio interpretato da Kevin Spacey ne "I soliti sospetti". Il trucco più insidioso del razzismo negli Stati Uniti è essere diventato così sottile da non essere facilmente riconoscibile a occhio nudo. Non limitarsi ad analizzare la legalità del verdetto di Ferguson (che potrebbe rivelarsi inattaccabile) e, per quanto scomodo, ammettere le reazioni istintive di ognuno ai disordini del Missouri, vorrà dire riportare il razzismo sotto la lente. Questa consapevolezza sarà il primo passo verso la riconciliazione. Ma altre azioni saranno necessarie. Simboliche, come una visita del primo presidente dalla pelle scura d’America a Ferguson. O legislative, come un abbandono delle politiche che hanno portato a un’assurda militarizzazione della polizia americana nei centri urbani, come se fosse un esercito schierato in comunità civili in stato d’assedio. Comunque sia, Ferguson non può essere liquidata come un altro episodio di guerriglia nera e una conferma dei peggiori sospetti di tutti.
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